Blatter: tifosi gay, durante i Mondiali in Qatar evitate attività sessuali - Diritto di critica
Ancora vive le polemiche per l’assegnazione, lo scorso 2 dicembre, dei prossimi mondiali di calcio del 2018 e 2022 a Russia e Qatar.
Prima le accuse di corruzione da parte dei media vista la ricchezza in petrolio e gas dei due Paesi vincitori. Già nei giorni precedenti il responso della FIFA, “Panorama” della BBC1 aveva trasmesso un’inchiesta su presunte mazzette ad almeno due membri della Federazione internazionale del calcio.
Poi la protesta dei gruppi gay inglesi che si dicono «profondamente preoccupati» per la scelta di due Paesi dove c’è una scarsa, a tratti inesistente, tutela dei diritti umani: in particolare rilevano che in Russia da anni le manifestazioni del Gay Pride sono vietate e represse con la violenza e che in Qatar l’omosessualità è un reato punito con frustate e carcere.
L’attivista gay britannico Peter Tatchell, selvaggiamente picchiato dai neonazisti russi durante il Gay Pride di Mosca del 2007 (nella stessa occasione furono colpiti anche il radicale Marco Cappato e l’allora deputata del Prc Vladimir Luxuria), ha detto: «in entrambi i Paesi si registrano dati davvero poco confortanti sui diritti umani. Non solo sui diritti dei gay, ma anche sui diritti delle donne, sulla libertà d’espressione e sulla libertà di stampa. Lo sport non dovrebbe mai calpestare i diritti umani. La FIFA ha messo i suoi diritti corporativi davanti al benessere delle persone in Russia e Qatar».
Un altro gruppo gay sportivo inglese, The Justin Campaign, intitolato alla memoria del primo calciatore di fama mondiale dichiaratamente gay, morto suicida nel 1998, Justin Fashanu, ha scritto in una nota: «nonostante l’apparente interesse nei valori umanitari e nella promozione della solidarietà attraverso il calcio, la FIFA sta mandando il chiaro messaggio che i diritti della comunità LGBT mondiale non sono proprio presenti sulla sua agenda politica».
Martedì l’ultimo atto della protesta contro la Federazione internazionale del calcio: gli attivisti gay inglesi hanno chiesto le scuse del presidente della FIFA, Sepp Blatter, che nel corso di una conferenza stampa a Johannesburg ha suggerito ai tifosi gay di «evitare tutte le attività sessuali» durante i mondiali del 2022 in Qatar.
Blatter, dopo la risposta ironica, si è detto «sicuro che non ci saranno problemi» aggiungendo che «in Medio Oriente c’é un’altra cultura perché c’è un’altra religione, ma nel calcio non ci sono confini. Noi apriamo tutto a tutti, non deve esserci nessuna discriminazione nei confronti di alcun essere umano. Se vorranno assistere alle partite in Qatar, sono convinto che potranno farlo».
Il Gay Football Support Network (GFSN) non ha comunque digerito la «battuta» di Blatter. «I suoi commenti – scrivono in una nota – dimostrano una totale mancanza di consapevolezza e di rispetto per le battaglie che le persone LGBT portano avanti nel mondo».
Il presidente del GFSN, Chris Basiurski, oltre ad annunciare il boicottaggio di tutti gli eventi legati ai mondiali in Qatar, ha aggiunto: «molte persone LGBT vivono in paesi dove andrebbero incontro a esecuzioni o al carcere se scoperte, queste persone meritano il nostro aiuto, il nostro rispetto ed il nostro supporto. Loro, così come noi, non meritano di essere derisi. Blatter dovrebbe ritirare i suoi commenti e chiedere scusa immediatamente. Altrimenti dovrebbe riconsiderare la sua posizione e dimettersi».
Stessi toni sono arrivati dall’ex campione britannico di basket John Amaechi, il primo giocatore dell’Nba ad aver dichiarato la propria omosessualità nel febbraio del 2007, che in merito ha usato parole durissime: “Se lo sport non serve a cambiare la società, neanche temporaneamente durante un evento come i Mondiali di calcio che chiamano il mondo a partecipare, allora non è molto di più che uomini adulti che inseguono un pallone e dovremmo trattarlo così”. Quanto alla dichiarazione di Blatter, Amaechi ha sottolineato come, un decennio fa, sarebbe stata considerata inaccettabile. “Invece, con poco più di un ripensamento, la FIFA ha appoggiato l’emarginazione delle persone Lgbt di tutto il mondo”.
Al contrario LGBTory, il gruppo gay legato al partito conservatore inglese, auspica che l’assegnazione della più importante competizione calcistica possa essere motivo di pressione sull’emirato, anche da parte della FIFA e della Football Association, affinché depenalizzi l’omosessualità.
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