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Diritto di critica | October 7, 2024

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Tamarreide, come sdoganare i cafoni - Diritto di critica

Tamarreide, come sdoganare i cafoni

Arroganti e cafoni. In una parola: coatti. Poco più di un anno fa Mtv Italia iniziava a trasmettere uno dei reality più discussi d’America, “Jersey Shore”. Tutti giovani italo-americani rigorosamente burini. Palestrati, donnaioli, violenti, gli uomini; truccatissime, ineleganti e volgari, le donne. L’ennesima riproduzione dei classici stereotipi italici. “The Situation”, “Snooki”, “Sweetheart” e gli altri, nonostante le contestazioni, hanno avuto e stanno avendo un grandissimo successo di pubblico, anche in Italia.

Da Jersey Shore a Tamarreide. Ma ora che sono sbarcati nel nostro Paese per la quarta serie alla ricerca dei loro avi, Italia 1 non poteva non crearne un clone “all’amatriciana”. Otto giovani, 4 donne e 4 uomini, a bordo di un pullman decorato con fiamme e con una scritta: “Tamarreide”, l’olimpiade dei tamarri. Sì, perché gli abitanti del pullman che sta girando per l’Italia sono rigorosamente coatti.

Fiammetta Cicogna, la ragazza chic con la erre moscia. “Seguitemi! Forse in ognuno di voi c’è un tamarro”, esorta seducente il suo pubblico Fiammetta Cicogna, la biondina pianista milanese nota per la pubblicità della Tim di due anni fa, oggi presentatrice di questo programma e domani giornalista di costume, come ha dichiarato in alcune interviste. Con la sua erre moscia, una volta considerata un difetto mentre oggi sembra un pregio alla faccia di chi segue corsi di dizione “perché in tv senza la dizione non vai da nessuna parte”, gioca il ruolo della presentatrice fine di fronte ai rozzi concorrenti.

Una trasmissione culturale. “Grazie alle vostre gesta scopriremo se essere tamarro oggi è un’offesa oppure una conquista”, spiegava ai coatti sul pullman durante la prima puntata. E Mediaset, per dare valore sociale a questa trasmissione, ha inserito anche il commento di un sociologo, Alberto Abruzzese dell’Università Iulm che spiega le relazioni tra tamarri. Insomma, un programma nobile negli intenti: “Tamarreide è una docu-fiction – si legge sul blog della trasmissione – Questo significa che il programma si avvicina alla realtà dei tamarri per comprendere da ‘fuori’ i meccanismi e le relazioni dell’universo tazzorro (sic!). Un mondo molto diverso dal nostro (sic!) che però, pur con il dispiacere di molti, fa parte della nostra società e soprattutto della realtà giovanile”.

I cafoni sdoganati e gli “altri” giovani ignorati. Insomma, le telecamere di Fiammetta Cicogna si limitano a raccontare la realtà. Solo che non si capisce com’è, da dieci anni a questa parte l’unica realtà che viene raccontata è sempre e solo quella dei cafoni. Iniziò il Grande Fratello con Taricone e da quel momento la tv non ha fatto altro che raccontare l’ignoranza, le catene d’oro al collo, gli addominali scolpiti, le tette rifatte. “La vita dei giovani”, diceva Lucignolo qualche anno fa. Peccato che poi nessuno racconta la vita degli “altri”, sempre giovani, laureati (magari anche impegnati nel sociale) che si scontrano con le difficoltà della precarietà e non hanno tempo da perdere in trasmissioni come queste dove Spartaco, un ridicolo sessantenne dell’interland romano vestito con una giacca di pelle nera, due catene e i capelli lunghi diviene “il re dei coatti”, osannato da tutti come un esempio da seguire. Certo gli “altri” annoiano perché fanno riflettere. I tamarri invece fanno spettacolo. Mancava solo il loro definitivo sdoganamento. Viva i barbari.

Comments

  1. Michele

    Per come la vedo io, i tamarri sono stati sdoganati da molto tempo, e questo ennesimo tentativo di riproporre la cultura coatta mi auguro sia destinato all’insuccesso, come del resto l’ultima edizione del Grande Fratello.

    • Silvia

      Sono d’accordo. Speriamo chiudano in anticipo quest’ennesima baggianata.

  2. Salvo Napoli

    Quando i Tamarri arrivano in tv, capisci che è arrivata l’inesorabile, improcrastinabile…. ora di spegnerla per sempre