L'ultima buona azione della Lira - Diritto di critica
Quasi 10 anni fa la Lira ci ha lasciato. Ma il “vecchio conio”, come lo definiva Paolo Bonoris, ogni tanto riemerge da cassetti, da armadi e dalle tasche di qualche vecchio indumento. Monete e banconote che, seppur non possono essere più utilizzate per acquistare beni o servizi, hanno ancora un valore. La Banca d’Italia, fino al 28 febbraio 2012 permette di scambiare le lire rimanenti con il corrispettivo in euro.
Tagli grossi ancora in tasca. Dopo dieci anni sono ancora in giro 2.500 miliardi di lire, circa 1 miliardo e 300 milioni di euro. Una famiglia di 4 persone ha nascosti nei cassetti o sotto il materasso ancora il corrispettivo di circa 80 euro. La banconota ancora in circolazione più diffusa è quella da 1.000 lire. Molti le hanno tenute come ricordo, altre sono andate distrutte, magari nel filtro di qualche lavatrice. Nulla di tanto strano. Ma se andiamo a guardare il numero di banconote da 100.000 lire ancora in circolazione qualche dubbio sorge. Le banconote con il volto di Caravaggio ancora in circolazione sono 12 milioni, per un valore in euro di 620 milioni. Anche le rare banconote da 500.000 lire con l’effige di Raffaello rappresentano un gruzzoletto consistente: 300 mila pezzi per un valore in euro pari a 75 milioni di euro.
In difficoltà i riciclatori di denaro. Perché questi soldi non sono mai stati cambiati in euro? Una spiegazione plausibile potrebbe venire dal fatto che la Banca d’Italia, per cambiare queste banconote, chiede la provenienza oltre al documento d’identità. E quindi in molti non sarebbero in grado di dimostrarla. Non certo le 50mila lire ritrovate sotto il materasso, ma le cifre più grosse e poche giustificazioni fanno scattare gli accertamenti. E chi ha riciclato denaro sporco in contanti prima dell’arrivo dell’euro è rimasto fregato.
Il tesoretto (già saccheggiato) che non ti aspetti. Secondo le stime di Bankitalia, da oggi fino a fine febbraio saranno convertire banconote per un valore di 10 milioni. Tutto il resto (un miliardo e 200 milioni di euro) rimarrà nelle casse dello stato.Un vero e proprio tesoretto che fa gola alla politica. L’ultima buona azione della moneta che ha accompagnato gli italiani per decenni sarà quella di rimpinguare le casse dello Stato. Infatti, la Banca d’Italia, secondo gli accordi del 2002, dovrà versare nelle casse del Ministero delle Finanze il quantitativo non convertito. Ma già nel 2003 la lira era stata “saccheggiata”. L’allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti si fece anticipare (in periodi non certo di grande crisi economica) da Bankitalia il 90% della somma stimata al febbraio 2012 dai tecnici di Palazzo Koch: 837 milioni di euro. Ma nessuno aveva considerato un così gran numero di soldi perduti o non convertibili perché riciclati illegalmente. Lo Stato così si ritroverà da febbraio con un ulteriore tesoretto di ben 500 milioni di euro. In un periodo di vacche magre fanno sempre comodo.
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Così potrenno comprarsi altre 10 auto blu!
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