I giovani PdL pensionano Berlusconi: "attuale quindici anni fa, serve un cambiamento" - Diritto di critica
«Chi è già un dirigente deve guardare il presente e il futuro del partito ma è naturale che chi ha vent’anni guardi oltre Berlusconi, serve un rilancio con soluzioni nuove che seducano le nuove generazioni». «Io sarei per un rinnovamento: ci vuole un volto nuovo, la politica di Berlusconi era attuale quindici anni fa, ora serve un cambiamento». «Berlusconi, e lo dico chiaramente e senza nessun problema, non può essere considerato un esempio io a settantacinque anni vorrei essere un altro tipo di persona, ma dal punto di vista politico ha comunque fatto molto per il centrodestra». «Se sei una donna, stare dietro un banchetto del PdL ti fa ricevere commenti poco simpatici». «Quello che succede nella camera da letto di una persona deve rimanere lì. Il problema diventa tale quando le donne che ci si porta nella camera da letto vengono candidate nei listini bloccati, piuttosto che in altri ruoli».
Non sono frasi di leader delle opposizioni. Non Di Pietro né Bersani o Vendola. A chiedere il pensionamento di Silvio Berlusconi sono i giovani del PdL, alla Festa del partito di Bologna. Le telecamere del Fatto hanno raccolto infatti diverse testimonianze che – nel Popolo delle Libertà come nella Lega – chiedono al leader di farsi da parte. Segnali minimi che forse non arrivano – o non interessano – all’orecchio dei deputati in Parlamento. Ma tant’è. Alla base del partito il vecchio, stanco e stravagante leader non va più bene: “è naturale che chi ha vent’anni guardi oltre Berlusconi”. E lo scandalo di Ruby e del giro di escort ha segnato profondamente la credibilità del fondatore di Forza Italia. Alla storia della nipote di Mubarak, insomma, sembrano credere sempre meno persone (forse solo i deputati).
La via maestra indicata dai più – dunque – è quella di un passo indietro per lasciare spazio a volti nuovi e progettualità giovani, senza le quali il partito rischia di impantanarsi: con Alfano legato a doppio filo all’attuale dirigenza e una libertà di movimento molto limitata, e un leader ancora troppo affezionato agli scranni politici.