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Diritto di critica | July 23, 2024

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Papademos è il nuovo premier della Grecia - Diritto di critica

Papademos è il nuovo premier della Grecia

La Grecia ha un nuovo premier. Loukas Papademos, l’ex vice-presidente della Bce, è stato nominato con l’approvazione del Pasok, partito del capo del governo uscente, Papandreou, e di Nea Demokratia, la coalizione d’opposizione guidata da Samaras.

Poche ore fa l’ultima riunione dei vertici politici alla presenza del Capo dello Stato Papoulias. Papademos, 64 anni, è un economista di lungo corso e non ha mai avuto un incarico politico.

L’accordo tra le parti politiche del Paese in questi giorni era stato dato per raggiunto più volte, ma ripensamenti e divergenze politiche (sembrava che il ministro delle finanze Venizelos non fosse d’accordo su Papademos, ma lui ha smentito) hanno fatto slittare l’annuncio ufficiale, tanto che i media greci avevano rilanciato il toto-premier. Secondo il quotidiano “Ekathimerini”, infatti, erano in lizza per la nomina anche Vassilios Skouris, presidente della Corte di giustizia europea, Apostolos Kaklamanis, ex presidente del Parlamento, e il rappresentante della Grecia al Fmi, Panayiotis Roumeliotis.

Ora che il governo di transizione sta per essere legittimato, la Grecia deve pensare ai provvedimenti più urgenti: la liquidità di denaro delle banche è garantita solo fino al 15 dicembre. Entro quella data Atene, per evitare la bancarotta, ha bisogno di 8 miliardi di euro, cifra che la Ue e Fmi hanno già pronta in cambio di un segnale politico e di un impegno scritto congiunto da parte della nuova coalizione, dell’opposizione e della Banca Centrale greca: «La priorità del Paese ellenico – ha ribadito il direttore generale del Fondo Monetario Christine Lagarde – è quella di fare chiarezza politica, perché il nuovo premier riesca a convincere l’Unione Europea e il Fmi a versare gli aiuti finanziari richiesti».

Nelle prossime settimane Papademos dovrà rassicurare i mercati e ratificare l’intesa con Bruxelles, Francoforte e Washington. La Grecia riceverà in questo modo altri 130 miliardi e dovrà attuare la manovra “lacrime e sangue”: tagli nel pubblico impiego e alle pensioni, e un piano severo di privatizzazioni. Il debito pubblico è schizzato quasi al 200% del Pil, e la recessione continua.

Ma nuovi problemi potrebbero sorgere con le elezioni del prossimo febbraio: secondo i sondaggi, infatti, attualmente nessun partito avrebbe la maggioranza per governare. Il futuro politico del Paese, e quindi anche quello economico e finanziario, sono per ora nell’incertezza più completa.

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