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Diritto di critica | April 26, 2024

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Suicidi per la crisi economica: 12 in due mesi - Diritto di critica

Suicidi per la crisi economica: 12 in due mesi

Qualcuno sopravvive, ed è forse la cosa più dura. Per chi ha tentato negli ultimi due mesi di togliersi la vita, schiacciato dai debiti dell’azienda o dalla disoccupazione incancrenita, svegliarsi in ospedale è un nuovo giro di ruota. Fuori restano ad aspettarlo i debiti, le tasse, le banche che non prestano denaro, la famiglia che non ha più soldi in banca, gli esattori che non mollano.

Darsi fuoco, come i monaci tibetani, è tornato in voga da noi. L’estremo gesto l’hanno scelto in due, a distanza di 20 ore l’uno dall’altro, un ventisettenne marocchino di Verona e un muratore casertano di quasi 60 anni nella provincia di Bologna. Il primo – che urlava, tra le fiamme, “sono quattro mesi che non vengo pagato” – è quasi intatto, ragione sufficiente per derubricarlo a “gesto folle” e a chiederne la perizia psichiatrica.  Il secondo è ad un passo dalla morte, ustioni gravissime su tutto il corpo: era in macchina, davanti all’Agenzia delle Entrate, con due lettere sul sedile del passeggero. Una per la moglie, l’altra per l’Erario. “Ho sempre pagato le tasse, lasciate stare mia moglie”, dice il biglietto. Forse si salverà dalle ustioni, ma non dalla cartella esattoriale.

I numeri. Tra il 2010 e il 2011, 2 lavoratori e 2 imprenditori hanno tentato il suicidio, schiacciati dalla crisi dell’azienda o dal lavoro perduto: negli ultimi due mesi, ci hanno provato in dodici, e otto ce l’hanno fatta. C’è di tutto. Imprenditori sessantenni che si vergognano di dover licenziare i dipendenti di una vita; disoccupati piegati da mesi di ricerche a vuoto, con le tasche vuote e famiglie affamate; commercianti in rovina sotto la scure dell’Agenzia delle entrate. In tutta Italia, va detto, perché non c’è questione meridionale che tenga. La mappa è agghiacciante. Verona, Bologna, Ozzano Emilia (BO), Trani, Cepagatti (PE), Crispiano (TA), Belluno, Lucca, Noventa di Piave (VE), Firenze, Trento, Catania. Un suicida ogni 4 giorni fa pensare, quando il Governo dice che “siamo sulla giusta strada”.

Il binario giusto. Forse ha ragione la Commissaria europea Viviane Reding, “la Fornero riporta l’Italia sul binario giusto”, con la “certezza dei diritti per i lavoratori e flessibilità per le imprese”. Però i fatti sembrano parlare di un’italia diversa, tutt’altro che “paese forte”: un paese dove si muore per tutti i motivi sbagliati.

Che l’art.18 cambi o meno, i suicidi “economici” non caleranno. Perché non è questo il problema, non è qui che la disperazione della gente tocca il fondo. Il vero dramma è la speranza che non c’è più. Qualcuno l’ha tolta, agli italiani: l’ha tolta in vent’anni, con le mille promesse di prosperità e la ghigliottina della realtà. Di che cosa vogliamo occuparci allora, di gente disperata o di sondaggi elettorali rovinati da una firma alla riforma del Lavoro? Vogliamo stringere il cappio a chi si impicca disperato, o vogliamo allentarglielo e magari tagliare qualche spesa davvero inutile in bilancio?

Comments

  1. susy

    alle istituzioni non importa proprio un bel niente degli imprenditori, operai e disoccupati disperati tanto loro hanno di che mangiare, prima o poi verrà la fine del mondo questa è la realtà dura e cruda perchè ogni giorno ci si arrampica sugli specchi e quando cadi certamente non c’è lo Stato assente che ti rialza anzi ti calpesta ancora di piu’.

    Susi 24 anni Napoli

  2. Coccia73

    basta suicidarsi basta subire questo martirio PERCHE E QUESTO CHE STA ACCADENDO mobilitazione 3milioni di persone che invadano roma e come degli arieti entriamo a montecitorio e quirinale se la polizia si para davanti li travolgiamo.
    CONSULTA POPOLARE SI METTONO PERSONE DELLA PIAZZA OGNIUNA INCENSURATA E DI DIVERSA ESTRAZIONE SOCIALE, siRISCRIVE LA COSTITUZIONE E CI SI RIPRENDE LA SOVRANITA NAZIONALE ED ECONOMICA.
    Poi si ricomincia.

  3. Giacomo Tallevi

    Se continua così pian pian ci sarà un colpo di stato all’improvviso e in quel giorno i politici tremeranno perchè nessuno sarà risparmiato. Purtroppo è la storia che ce lo insegna. E anche la disney con il suo Robin Hood: tasse tasse tasse… poi sappiamo tutti come è finita.