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Diritto di critica | April 18, 2024

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Obama tenta il recupero. Michelle e Clinton i suoi assi nella manica

di Martina Albertazzi

NEW YORK – È iniziata ieri a Charlotte, in Nord Carolina, la Convention del partito democratico, che confermerà il presidente Barack Obama ed il suo vice Joe Biden, candidati alle prossime elezioni.

Una città cruciale. Era il 2008, quando Obama, dopo una battaglia all’ultimo voto con il senatore John McCain, conquistò gli elettori di questa calda città del Sud, per tradizione in mano ai conservatori, che in questi giorni vedrebbe Romney in vantaggio, con il 47% dei voti, secondo un sondaggio della Elon University, ripreso questa mattina dal New York Times.

Attenzione agli ispanici. L’evento politico va in onda in streaming in inglese e in spagnolo, per arrivare al cuore dell’elettorato ispanico, che quattro anni fa fece la fortuna dell’inquilino della Casa Bianca. Già dai ieri, Labor Day negli Usa, l’entusiasmo degli obamiani ha avvolto le strade di Charlotte, con concerti, conferenze e anche qualche piccola manifestazione di Occupy Charlotte, la frangia locale del movimento di protesta Occupy Wall Street.

Recuperare il voto “giovane”. Una missione chiara e senza margine d’errore quella del presidente americano: riguadagnare la fiducia degli elettori, soprattutto di migliaia di giovani che quattro anni fa avevano creduto senza riserve al messaggio di speranza e che il 6 novembre potrebbero non recarsi alle urne.

Successi e comunicazione. Obamacare, la riforma sanitaria, il salvataggio dell’industria automobilistica, l’uccisione del nemico numero uno, Osama Bin Laden. Questi gli argomenti dei quali si parlerà. E, come hanno spiegato i media americani, il presidente dovrà contare con tutte le forze sul suo carisma e sulla sua abilità di comunicatore.

Dal vento del cambiamento alla frustrazione. Certo l’atmosfera è ben diversa da quella di quattro anni fa alla Convention di Denver, spiega il New York Times, dove i democratici erano più uniti che mai dopo gli otto anni di amministrazione Bush e bastò avere sullo stesso palco i Kennedy e i Clinton, famiglie simbolo del partito, ed una platea giovane e multirazziale, di diversa estrazione sociale. Era il vento di cambiamento che un giovane senatore di Chicago prometteva e che oggi, invece, lascia il posto alla frustrazione degli americani per un’economia che non accenna a riprendersi ed un tasso di disoccupazione ancora all’8,3%, lo stesso del 2009.

Gli interventi. Sono intervenuti ieri Antonio Villaraigosa, attuale sindaco di Los Angeles – e primo latinoamericano ad assumere questo incarico negli ultimi 130 anni – Joe Kennedy lll, con un tributo video alla famiglia, Nancy Keenan, presidente dell’associazione Naral (National Association for the repeal of Abortion Laws), il sindaco di Chicago Rahm Emanuel, il fratello della First Lady, Craig Robinson e la sorella del Presidente, Maya Soetoro-Ng.

Un ruolo per Michelle. E la chiusura dell’evento è stata riservata alla star di oggi, la first lady Michelle Obama con un delicato compito. Secondo le analisi del quotidiano Politico e del Washington Post, l’obiettivo della prima donna americana è quello di raccogliere i consensi dell’elettorato femminile, molto numeroso tra i democratici, senza però essere troppo di parte. “Sarà un discorso positivo, che parlerà del presidente e della sua vita, senza attacchi al governatore Romney o al suo vice Paul Ryan”, aveva commentato una fonte del partito.

La nuova investitura. Oggi i delegati voteranno il candidato e giovedì, ultimo giorno della Convention, Obama e Biden accetteranno l’incarico davanti al pubblico del Bank of America Stadium. Il voto dei delegati sarà preceduto dall’intervento di Bill Clinton, arma segreta del candidato, dopo un discorso di 20 minuti (applausi inclusi).

Clinton, l’asso nella manica. Secondo il Washington Post, le fantastiche abilità comunicative del quarantaduesimo presidente americano e la sua immensa popolarità tra i democratici, sono i motivi per cui Obama lo avrebbe scelto. Clinton saprà spiegare, come solo lui sa fare, con un linguaggio capace di persuadere anche l’elettorato incerto, i risultati raggiunti in questi quattro anni e in che modo la politica economica dell’amministrazione Obama tirerà il Paese fuori dai guai, mentre quella del team repubblicano porterebbe invece nella direzione opposta.

Chiuso il sipario della Convention, Obama continuerà il tour elettorale, con l’obiettivo di far tornare la sua folla a gridare “Yes, we can”.

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Comments

  1. Max

    Perchè lei pensa che Romney sia un avversario? Obama vincerà perchè è il meno peggio.