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Diritto di critica | March 29, 2024

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Egitto: golpe o rivoluzione? Facciamo chiarezza

Egitto: golpe o rivoluzione? Facciamo chiarezza

Una manifestazione in Egitto“Golpe in Egitto”. E’ così che le prime pagine di molti quotidiani hanno definito i fatti del Cairo, ovvero l’intervento delle forze armate egiziane che ha portato al congelamento della Costituzione e al rovesciamento del governo islamista.

Golpe o no? Anche i sostenitori dei Fratelli Musulmani gridano al golpe e accusano l’esercito di aver rovesciato un governo democraticamente eletto. Lo stesso Morsi ha continuato ad affermare anche dopo il suo arresto di essere l’unico legittimo presidente d’Egitto. Ma è corretto utilizzare il termine “golpe” per descrivere gli eventi che hanno portato alla caduta di Morsi? Difficile dirlo, perché ciò che è accaduto in questi giorni in Egitto è qualcosa di anomalo, ma per approfondire è prima necessario chiarire la terminologia.

Le differenze con la rivoluzione. Un golpe (colpo di stato) ha luogo nel momento in cui un potere dello Stato (solitamente l’esercito) stravolge con la forza l’assetto istituzionale di un paese, sostituendo il governo esistente con un’altra giunta. Molte volte il colpo di stato viene messo in atto da una parte del governo successivamente deposto; elemento estremamente importante in quanto lo differenzia dalle rivoluzioni, dove sono le forze esterne a mobilitarsi per porre fine al governo in carica. Una rivoluzione, il più delle volte, parte dal popolo e porta al rovesciamento di un determinato regime e la storia lo insegna, basta ricordare la Rivoluzione Francese del 1776 o la Rivoluzione Islamica in Iran nel 1979.

L’appoggio esterno. Un’altra caratteristica spesso riscontrata nei colpi di stato è l’appoggio esterno nei confronti dei golpisti. Alcuni chiari esempi possono essere il presunto appoggio statunitense al golpe cileno messo in atto dal generale Pinochet nel 1973; oppure quello avvenuto in Afghanistan nel 1979, che portò al potere Mohammed Taraki, il quale mise in atto delle politiche filo-sovietiche.

Golpe e rivoluzione. Il contesto egiziano invece è differente ed anche singolare in quanto, paradossalmente, include sia elementi tipici di un golpe che quelli rivoluzionari. Senza ombra di dubbio il governo Morsi è stato rovesciato dall’intervento dell’esercito il quale ha provveduto ad occupare le televisioni, i vari punti strategici nelle città, procedendo con arresti nei confronti di membri dei Fratelli Musulmani e congelando la Costituzione. Tutti atti tipici di un golpe militare. D’altro canto bisogna però riconoscere che l’esercito è intervenuto su richiesta di milioni di egiziani che sono scesi in piazza per chiedere a gran voce le dimissioni del governo islamista.

Un governo “di minoranza”. Un governo che, oltretutto, aveva ormai dubbia legittimità in quanto Morsi fu eletto dal 51% di un 60% di votanti, circa 13 milioni di voti. Il movimento di opposizione Tamrod ha raccolto in due mesi più di 22 milioni di firme per chiedere le dimissioni dell’esecutivo. Un Morsi che ha optato per il muro contro muro ed è stato lasciato solo anche dai suoi ministri, dai portavoce, dai salafiti di Hizb al-Nur che da tempo criticavano l’operato dell’esecutivo

Nessun appoggio straniero. Manca poi l’appoggio esterno all’opposizione. Un gran numero di paesi occidentali hanno criticato il rovesciamento del governo islamista, tra cui gli Stati Uniti che tanto avevano investito nel FJP. In aggiunta, almeno teoricamente, l’esercito non ha assunto il potere del paese visto che al governo è stato messo un civile e sta per nascere un consiglio che dovrebbe portare a breve il paese verso nuove elezioni. Durante il comunicato dell’esercito, il generale Abdel Fattah al-Sissi è stato affiancato da diversi politici di vari schieramenti, da militari e da due alti esponenti religiosi, rispettivamente di al-Azhar e della Chiesa Copta. Nel frattempo milioni di egiziani festeggiavano per le strade la caduta di Morsi.

Golpe o rivoluzione insomma? Difficile fornire una definizione precisa ed è lecito aprire un dibattito. Una cosa è certa, un golpe con festeggiamenti e fuochi d’artificio non si è mai visto nella storia.

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