La strategia di B: aiutare Renzi per non andare al voto - Diritto di critica
Berlusconi teme le urne dopo gli sconfortanti risultati delle elezioni locali. E pensa di inviare un gruppo di “responsabili” in caso di fuga della minoranza Pd
Peggio non poteva andare. Forza Italia, ora, si lecca le ferite. Nelle ultime elezioni locali il risultato è stato disastroso. Il partito dell’ex Cav si attesta ovunque intorno al 4%. Una débâcle totale anche se si tratta comunque di elezioni locali. Ma i sondaggi nazionali non promettono comunque nulla di buono.
Rimandare le urne il più possibile. Se si andasse a votare oggi Forza Italia si ritroverebbe con un misero 9-10%, superata abbondantemente dalla Lega di Matteo Salvini (in crescita tra il 15 e il 16%) e doppiata dal MoVimento 5 Stelle che si mantiene – tra alti e bassi – intorno al 20%. Questa situazione è un incubo per Berlusconi che sa bene come solo il governo Renzi possa rappresentare l’unica strada per rimandare il più possibile le urne. Non è chiaro se l’ex Cav abbia preso coscienza della sua fine politica o se immagina di poter tornare al centro della scena sfruttando qualche madornale errore del Pd o di Renzi. Ma è chiaro, oramai, che a lui serve – in ogni caso – più tempo possibile.
Forte in Parlamento, debole nel Paese. Al momento il presidente del Consiglio gode ancora di un consenso nel Paese superiore a quello avuto da Berlusconi negli anni migliori. Il vero problema per lui è rappresentato da un Parlamento che, non solo non è più rappresentativo del quadro politico generale (succede spesso in democrazia ma questa volta l’evidenza è enorme) con un Pd sottodimensionato e Forza Italia sovradimensionata al Senato. In due anni il quadro politico è cambiato velocemente: il Pd è divenuto il fulcro della politica italiana, mentre a destra e al centro c’è di fatto una frammentazione evidente, senza leader ma con più o meno forti capibastone. Ma il potere risiede nel Parlamento e lì Forza Italia è ancora forte.
In arrivo i “responsabili”? In questo panorama, Berlusconi non può andare al voto senza rischiare di perdere il suo ruolo di interlocutore principale del governo. In caso di elezioni oggi, con ogni probabilità sarebbe Matteo Salvini il leader del centro-destra, una prospettiva che – legata al rischio di non pesare più realmente sulla politica italiana –lo inquieta. L’unica strada è quindi quella di tenere in vita il più possibile il governo Renzi. E il premier ringrazia, proprio ora che a sinistra il Pd rischia di perdere qualche pezzo importante anche se non decisivo. Così l’ex Cav potrebbe essere disposto a ricreare una situazione simile a quella già avvenuta con la fuoriuscita di Gianfranco Fini dalla maggioranza nel 2010: un manipolo di “responsabili” che dall’opposizione si sposterebbe tra i banchi della maggioranza per garantire a Renzi maggiore stabilità, soprattutto sulle riforme. In questo senso, voci di palazzo riferiscono che Berlusconi starebbe ipotizzando con Verdini questa opzione.
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Peggio non poteva andare. Forza Italia, ora, si lecca le ferite. Nelle ultime elezioni locali il risultato è stato disastroso. Il partito dell’ex Cav si attesta ovunque intorno al 4%. Una débâcle totale anche se si tratta comunque di elezioni locali. Ma i sondaggi nazionali non promettono comunque nulla di buono.
Rimandare le urne il più possibile. Se si andasse a votare oggi Forza Italia si ritroverebbe con un misero 9-10%, superata abbondantemente dalla Lega di Matteo Salvini (in crescita tra il 15 e il 16%) e doppiata dal MoVimento 5 Stelle che si mantiene – tra alti e bassi – intorno al 20%. Questa situazione è un incubo per Berlusconi che sa bene come solo il governo Renzi possa rappresentare l’unica strada per rimandare il più possibile le urne. Non è chiaro se l’ex Cav abbia preso coscienza della sua fine politica o se immagina di poter tornare al centro della scena sfruttando qualche madornale errore del Pd o di Renzi. Ma è chiaro, oramai, che a lui serve – in ogni caso – più tempo possibile.
Forte in Parlamento, debole nel Paese. Al momento il presidente del Consiglio gode ancora di un consenso nel Paese superiore a quello avuto da Berlusconi negli anni migliori. Il vero problema per lui è rappresentato da un Parlamento che, non solo non è più rappresentativo del quadro politico generale (succede spesso in democrazia ma questa volta l’evidenza è enorme) con un Pd sottodimensionato e Forza Italia sovradimensionata al Senato. In due anni il quadro politico è cambiato velocemente: il Pd è divenuto il fulcro della politica italiana, mentre a destra e al centro c’è di fatto una frammentazione evidente, senza leader ma con più o meno forti capibastone. Ma il potere risiede nel Parlamento e lì Forza Italia è ancora forte.
In arrivo i “responsabili”? In questo panorama, Berlusconi non può andare al voto senza rischiare di perdere il suo ruolo di interlocutore principale del governo. In caso di elezioni oggi, con ogni probabilità sarebbe Matteo Salvini il leader del centro-destra, una prospettiva che – legata al rischio di non pesare più realmente sulla politica italiana –lo inquieta. L’unica strada è quindi quella di tenere in vita il più possibile il governo Renzi. E il premier ringrazia, proprio ora che a sinistra il Pd rischia di perdere qualche pezzo importante anche se non decisivo. Così l’ex Cav potrebbe essere disposto a ricreare una situazione simile a quella già avvenuta con la fuoriuscita di Gianfranco Fini dalla maggioranza nel 2010: un manipolo di “responsabili” che dall’opposizione si sposterebbe tra i banchi della maggioranza per garantire a Renzi maggiore stabilità, soprattutto sulle riforme. In questo senso, voci di palazzo riferiscono che Berlusconi starebbe ipotizzando con Verdini questa opzione.