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Diritto di critica | April 26, 2024

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Italiani, “bamboccioni” non solo per necessità

Secondo i dati Eurostat, i giovani italiani sono tra i più “mammoni” in Europa. La causa principale è la disoccupazione, ma c'è chi rimane con i genitori per scelta

Italiani, “bamboccioni” non solo per necessità

Bamboccioni per necessità. Ma anche per scelta. Due giovani italiani su tre vivono ancora con mamma e papà. Gli italiani, si sa, sono sempre stati dei “mammoni”. È questa l’idea che gli europei hanno dei giovani italici. Luoghi comuni? A quanto pare dai dati Eurostat, no. Colpa della crisi, certamente. Il precariato e la disoccupazione stanno alimentando questa situazione. Ma c’è anche un aspetto culturale che troppo spesso viene dimenticato. La famiglia in Italia è ancora un’istituzione che, nonostante la crescita dei divorzi, non ha perso la sua centralità. E ha svolto un ruolo fondamentale durante questa crisi, rappresentando un sistema di welfare importante nel sostituirsi ad uno Stato incapace di sostenere i più giovani.

Dopo l’università, un giovane su due con mammà. Secondo i dati Eurostat, due terzi dei ragazzi italiani tra i 18 e i 34 anni, vivono ancora con i genitori. In Francia e Gran Bretagna sono esattamente la metà. Appena più alto il livello in Germania dove i “mammoni” sono circa il 40%. Nulla a che vedere con la Danimarca, dove tra i 18 e i 34 anni solo il 15% dei giovani vive nella famiglia di origine. Preoccupanti sono anche i dati relativi alla fascia più alta, cioè tra i ragazzi non più giovanissimi che si presume abbiano terminato gli studi universitari e si siano proiettati nel mondo del lavoro. Tra i 25 e i 34 anni, un ragazzo su due vive ancora con i genitori. Peggio degli italiani solo i greci (duramente colpiti da una crisi senza precedenti), i bulgari e gli slovacchi.

Bamboccioni per scelta o per necessità? Per comprendere quanti siano i “bamboccioni” per scelta e quelli per necessità, è sufficiente analizzare la percentuale di questi che hanno dichiarato, durante il sondaggio, di avere un lavoro a tempo pieno. Nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni solo il 27,2% ha un impiego full-time, percentuale che sale tra coloro che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, pari al 43%.

L’impossibile confronto con i danesi. In Danimarca le ragazze tra i 25 e i 34 anni che vivono a casa dei genitori sono appena lo 0,4%. Certo, tra la Danimarca e l’Italia c’è un abisso, non solo culturale. C’è un welfare diverso, ci sono prospettive lavorative, c’è un futuro da costruire. In Italia tutto sembra molto più difficile.

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