Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | October 5, 2024

Scroll to top

Top

“Audrey a Roma. Esterno Giorno”, l'anteprima della mostra all'Ara Pacis - Diritto di critica

“Audrey a Roma. Esterno Giorno”, l’anteprima della mostra all’Ara Pacis

Scritto per noi da Aida Antonelli

Scatti segreti, quasi rubati, istantanee di vita quotidiana, in giro per l’amatissima Roma: Audrey Hepburn, incantevole icona del cinema e dell’eleganza del XX secolo, visse quasi vent’anni nella Capitale, che le rende così un tributo unico e speciale con la mostra “Audrey a Roma. Esterno Giorno”, al Museo dell’Ara Pacis da oggi 26 ottobre al 4 dicembre. Un omaggio ad un attrice unica, protagonista di film indimenticabili della storia del cinema, simbolo di una bellezza e di uno stile senza tempo, realizzata a sostegno dell’Unicef, di cui la Hepburn è stata ambasciatrice a partire dal 1987.

L’esposizione, presentata due giorni fa alla stampa, è un viaggio emozionante nella dimensione più intima di Audrey: 150 scatti, otto teche, un filmino di famiglia girato in super8. Sono soprattutto le immagini a parlare del periodo romano della diva, ma sono fotografie private, lontane dai riflettori, che ne restituiscono un ritratto più vero e autentico. “Volevamo mostrare la mamma che è stata, non la diva che tutti conoscevano. Lei era veramente così nella realtà, semplice e riservata”, ha detto un commosso Sean Ferrer in conferenza stampa, il figlio primogenito della Hepburn. Sono stati proprio i figli – lui e Luca Dotti, avuto dal secondo marito Andrea, psichiatra romano – a inaugurare “Audrey a Roma”, una rassegna che raccoglie anche video e oggetti appartenuti alla madre: memorabilia per testimoniare l’intenso rapporto che la legò alla Città Eterna fin dalla prima visita. Ed eccola quindi in giro per la città, a fare la spesa nelle botteghe di alimentari che amava tanto, a passeggio per il centro, a portare i bambini a scuola, all’uscita di un teatro o all’anteprima di un film, nelle serate più mondane. O all’arrivo alla stazione Termini, o sulle scalette degli aerei a Ciampino o Fiumicino, gli aeroporti della Capitale.

Il tentativo, riuscito, è quello di sottrarre l’icona–Audrey alla mitologia relativa al personaggio famoso che è stata, mostrando il suo lato più dolce, più vero. Una donna, una mamma, ancor prima di una diva acclamata di Hollywood.

Audrey Hepburn amava Roma intensamente, e qui visse gli anni che dedicò alla famiglia, dopo essersi ritirata dalle scene: l’ha scelse come sua città dopo il secondo matrimonio con Andrea Dotti e proprio a Roma nacque Luca, il principale curatore della mostra assieme a Ludovica Damiani, Sciascia Gambaccini e Guido Torlonia.

Nella Capitale Audrey girò tre film, dal leggendario Vacanze Romane (1953), al kolossal Guerra e Pace (1956), a Storia di una Monaca (1959).  E nel libro – edito da Mondadori, 200 pagine circa e 194 illustrazioni – che ha lo stesso titolo della mostra all’Ara Pacis, c’è una frase dell’attrice che svela il legame profondo con la città da cui poi si fece adottare: “Ogni città nel suo genere è indimenticabile. Tuttavia, se mi chiedete quale preferisco, direi Roma… il ricordo di questa visita non mi abbandonerà finchè vivrò”. Una nuova fase della vita poi, lasciando alle spalle il cinema, la vedrà romana d’adozione: bellissimi gli scorci del Pincio dove la diva amava fare lunghe camminate con lo yorkshire Famous, le colazioni a Piazza Navona, le passeggiate a Trinità de’ Monti con l’elegantissima madre o con gli amici, o ancora le visite alla suocera nei dintorni di Campo de’ Fiori. Una donna bellissima, sobria, vestita con gli immancabili cappottini e i foulard annodati, le celebri decòlleteès e le ballerine bicolore, le micro – borsette e i grandi occhiali, un tubino nero con un grande fiocco in vita: uno stile unico, che ne ha fatto un simbolo di eleganza e classe senza tempo. L’abito esposto più bello, incantevole, è un Valentino del 1973: lungo, di seta color malva a balze plissettate. Del resto, Audrey era pur sempre la Hepburn, l’attrice musa per stilisti e coutourier, e questo lato non poteva mancare; così come l’intreccio con volti, personaggi e star di un’epoca importante: e così il racconto fotografico svela Audreya l fianco di Gregory peck, William Wyler, King Vidor; Charlton Heston…  Oltre naturalmente al primo marito Mel Ferrer e al figlio Sean, Andrea Dotti e al secondogenito Luca. Una donna normale, col cestino della spesa tra le mani, intenta a scegliere i fiori dal fioraio, o all’edicola sotto casa. Assorta, con quell’aria sognatrice e un po’ bambina, i suoi occhi da cerbiatta, lo sguardo dolce attento.

Belli i ritratti degli favolosi Sessanta, nella Roma capitale del cinema, gli anni dorati della Dolce Vita: vediamo Audrey Hepburn che balla con Renato Rascel o alla festa di chiusura di Ben Hur, o sorpresa dall’obiettivo di un fotografo mentre ride di cuore con Alberto Sordi, all’anteprima di un film. Un altro scatto la vede con Gina Lollobrigida, e ancora con l’amica di sempre Valentina Cortese.

Quando poi l’impegno con l’Unicef la investe in pieno, Audrey lascia Roma e si ritira in Svizzera, nella sua amata casa di campagna: “il quartier generale dove tornare, per riposare e ripartire per Africa, Asia, America Latina, a svolgere quella missione umanitaria alla quale dedica l’ultima fase della sua vita”, ricorda il figlio Luca.

Attrice, diva, donna, moglie, ambasciatrice. Ma soprattutto mamma, con i figli per mano e le paste della domenica nell’altra. Un nome solo, e un sorriso unico al mondo. Audrey Hepburn, ma per tutti, semplicemente, Audrey. 

 

NOTE TECNICHE:

La selezione dei 150 scatti inediti proviene dagli archivi di Reporters Associati, Photomasi, Istituto Luce e Kobal Collection. L’esposizione è promossa dall’Assessorato alle Politiche culturali e Centro – Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, Audrey Hepburn Children’s Fund e Club “Amici di Audrey” per Unicef con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. 

Lo spazio dedicato alle immagini dell’archivio Unicef documentano i viaggi che l’attrice ha compiuto tra i bambini del Bngladesh, Vietnam, Somalia, Sudan, Etiopia e America Latina: solo alcune tra le tante missioni che Audrey Hepburn ha compiuto nell’ultima parte della sua vita, fino alla prematura scomparsa nel 1993.

“Audrey a Roma. Esterno Giorno”, Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta, Roma.

26 ottobre – 04 dicembre 2011, ore 9 – 18 (chiuso il lunedì). Euro 10 per il biglietto intero, 8 ridotto (di cui 2,5 euro di integrazione mostra saranno devoluti intermente in beneficenza all’Unicef.

www.arapacis.itwww.audreyhepburn.comwww.unicef.it/web/audrey

La mostra vuole essere un omaggio alla grande attrice Audrey Hepburn, in occasione del 50° anniversario di Colazione da Tiffany e in contemporanea con il Festival Internazionale del Film di Roma. 

Comments