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Diritto di critica | April 20, 2024

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Rogo del Corano in Afghanistan: "utilizzato per comunicare con l'esterno" - Diritto di critica

Rogo del Corano in Afghanistan: “utilizzato per comunicare con l’esterno”

di Giovanni Giacalone

Sei morti e dozzine di feriti, questo è il bilancio fornito dalla BBC nel secondo giorno di violenze scoppiate in seguito al rogo appiccato all’interno della base americana di Bagram, a nord di Kabul, dove sarebbero state bruciate alcune copie del Corano: tra le quindici e le venti copie secondo fonti del NY Times.

Le dinamiche non sono ancora chiare ma sembra che le copie fossero parte di ulteriore materiale islamico distrutto, che sarebbe stato utilizzato dai prigionieri talebani per scambiarsi messaggi con l’esterno. Alcuni dipendenti afghani della base avrebbero scoperto l’accaduto e sarebbero quindi intervenuti.

Il portavoce ISAF il Brig. Gen. Carsten Jacobson ha dichiarato che si è trattato di un errore e che è stata avviata un’indagine per capire che tipo di ordini siano stati impartiti.

Le proteste, da Kabul, si sono poi allargate anche a Jalalabad e al vicino Pakistan. I talebani hanno anche fatto un appello affinchè poliziotti e militari afghani si rivoltino contro le truppe NATO ed è atteso un intervento in Parlamento del Presidente Hamid Karzai che avrebbe intenzione di formare una commissione di inchiesta composta da autorità religiose locali.

Nel 2011 un simile episodio provocò una ventina di morti durante le proteste in Medio Oriente, in seguito all’annuncio di un pastore della Florida, Terry Jones, di voler dare alle fiamme copie del Corano.

Fonti del New York Times affermano che il comandante della polizia di Kabul, Mohammed Ayoub Salangi avrebbe dichiarato di comprendere la rabbia dei rivoltosi, inferociti dal fatto che il Corano sia stato disonorato in quel modo. Una dichiarazione che fa ben intendere la difficile posizione delle forze di sicurezza afghane: da una parte si sentono profondamente legate alla loro religione, dall’altra si trovano a dover compiere il proprio dovere e a proteggere le postazioni NATO.

Il fattore religioso è una pericolosissima miccia che, se innescata, rischia di condurre a una situazione di “non-ritorno”, mettendo le truppe occidentali in condizioni di seria e grave minaccia.

Per comprendere la rabbia che un tale gesto ha scatenato nell’animo degli afghani bisogna tenere conto di alcuni elementi: in primis il profondo orgoglio di un popolo che ha sempre mal sopportato gli invasori, che si tratti di inglesi, sovietici o americani; un popolo molto legato alle proprie tradizioni che fa fatica a sottostare a regole imposte dall’esterno. A dirlo è la storia stessa di quel Paese.

Il Corano, inoltre, non è un semplice libro ma è “Parola di Dio” rivelata al profeta Maometto e, come scrisse Gabriele Mandel: “il suo corpus rappresenta per i musulmani ciò che il corpo di Cristo rappresenta per i cristiani”. E’ un testo trattato con massima riverenza e viene sempre avvicinato dai musulmani con solenne rispetto.

Un gesto come quello avvenuto all’interno della base NATO che probabilmente aveva finalità esclusivamente pratiche – porre fine all’utilizzo di quel tipo di materiale per comunicazioni esterne da parte di prigionieri – ha simboleggiato ben altro nelle coscienze afghane ed è  stato percepito come un pesante affronto, un sacrilegio alla popolazione e alla religione musulmana da parte di una presenza estranea e non-musulmana. Potremmo dire “un gesto laico-pragmatico in un contesto profondamente religioso”. Leggerezze da non sottovalutare vista la già delicata situazione afghana, senza dimenticare che bruciare libri ha un qualcosa di sinistro che riporta a tempi bui.

Comments

  1. Io

    diritto di critica e poi censurate?Non state bene per niente. Censurate anche questo. Vergogna.

    • DirittodiCritica

      E’ buona norma firmarsi con nome e cognome quando si fanno affermazioni personali.
      E’ buona educazione utilizzare un linguaggio consono e rispettoso.
      E’ buon senso attendere che la redazione di un giornale, in particolare gratuito come il nostro, controlli l’idoneità di ogni commento e ne approvi la pubblicazione.
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