Euro 2012, l’Italia “work in progress” contiene le Furie Rosse

I quotidiani spagnoli la presentavano come «la sfida galattica». Il debutto degli azzurri contro la super favorita degli Europei finisce in parità: 1 a 1 all’Arena di Danzica, in Polonia. Dopo un primo tempo frammentato e “catenacciaro”, la partita si accende e gli spazi si allargano, regalando buone occasioni da entrambe le parti. Decidono due colpi di genio di due registi di lusso, Pirlo prima, lo spagnolo Silva poi, a servire l’eterno Di Natale e, appena tre minuti dopo, il talentuoso Fabregas.

Lavori in corso. A mente fresca il derby latino per eccellenza riconsegna una giovane Italia ancora in cerca di una vera identità, ma tenace nel limitare i danni, contenendo le iniziative rapide ed improvvise che caratterizzano gli spagnoli. Visti i risultati deludenti delle ultime sfide pre-europeo la prestazione italica consente di tirare, almeno per ora, un sospiro di sollievo. I campioni del mondo in carica ieri non sono sembrati così campioni, e non solo perché privi di due uomini simbolo come Puyol e Villa. Prandelli punta sul pressing alto e in attesa di recuperare Barzagli fa la mossa giusta inserendo De Rossi come difensore centrale; il romanista eccelle e fa reparto da solo (Chiellini e Thiago Motta faticano non poco), bloccando le incursioni di Fabregas e Iniesta, quest’ultimo il migliore in campo della Spagna. A parte alcune incertezze (un paio gravi) la formazione azzurra scesa in campo sembra essere quindi tra le migliori possibili, compresa l’ottima staffetta tra il duo d’attacco Cassano/Balotelli e quello Di Natale/Giovinco. Un po’ di stanchezza nel finale, ma d’altronde non stiamo giocando un’amichevole, e non è mai facile stare dietro all’estenuante fraseggio di gioco della “Roja”.

Un segnale per il Paese? A fine gara il Presidente Napolitano, presente allo stadio accanto a Platini e a Felipe di Spagna, scende negli spogliatoi per congratularsi con i giocatori: «Bravi – ha detto – è stata una bellissima partita, è vero che nei momenti più difficili si tira fuori qualcosa che altre volte non si vede». Già in mattinata il Capo dello Stato aveva chiesto agli azzurri di impegnarsi al massimo, spiegando come vincere incoraggi le Nazioni nei periodi di difficoltà. Buffon, che ha regalato la sua maglia a Napolitano, conferma l’intenzione: «Abbiamo dato un segnale importante al Paese». Sarà, ma in questo momento, tifo a parte, forse gli italiani di segnali vorrebbero averne ben altri.

Le prossime gare. L’Italia dovrà vedersela ora con la sempre temibile Croazia e l’Irlanda del Trap, travolta 3 a 1 proprio dagli slavi nell’altro match della domenica. Giovedì 14 giugno a Poznan Prandelli dovrà adattare la formazione agli uomini di Bilic, talentuosi quanto imprevedibili. La Croazia è ora in testa al girone, l’unica a punteggio pieno.

Di Arianna Pescini

Giornalista professionista dal 2010, mi occupo di esteri, attualità e cinema. Laureata a Pisa in Storia Contemporanea, con esami di relazioni internazionali e Storia dell'America Latina all'Università Complutense di Madrid, ho conseguito il Master in giornalismo e comunicazione pubblica presso l’Università di Tor Vergata, Roma. Ho lavorato presso la redazione centrale del quotidiano “Il Tirreno”, dell'ex gruppo Espresso, e presso la redazione Sport e Internet di Rai Radio Uno. Collaboro con i mensili Focus Storia e Bbc History Italia e mi sono occupata di energie rinnovabili per agenzie di comunicazione. Scrivo per Diritto di Critica dal 2012.