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Diritto di critica | October 4, 2024

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Un TFA dal sapore anni ‘80 - Diritto di critica

Un TFA dal sapore anni ‘80

Di Gaia Ignoranza

Si concludono oggi (31 luglio) le preselezioni per accedere alla prova scritta per il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) che servirà ad abilitare il personale docente delle scuole italiane. Tutta la penisola è in subbuglio per questo colpo di coda degli anni Ottanta che si riversa sulle pagine dei quiz preselettivi. Spiccano quesiti nei quali chi li ha preparati sembra aver avuto un attacco di nostalgia per il socialismo reale dell’ex URSS: il celeberrimo museo dell’Hermitage si troverebbe, infatti, ancora a Leningrado. Ignorava forse costui (o costei) che l’antica San Pietroburgo era diventata Leningrado durante il comunismo per poi ritornare al suo vecchio nome, talvolta privato della santità, dopo la caduta del muro di Berlino?

Il sapore retrò dei quiz non si è fermato a Leningrado: vecchie pratiche come il sequestro di persona sembrano le dirette eredi del fascismo. Non si poteva infatti uscire prima delle due ore e mezza dalle alule dove si svolgevano le prove. “Direttive del ministero!” tuonavano i controllori, come a dire: “Se finisci prima, sono fatti tuoi!”.

Qualcuno ha finto un malore per potersela svignare prima. Ma loro, i paladini delle regole dettate dal ministero, erano pronti a fare altisonanti ramanzine a chi tentava di spiegare che poi si sarebbe formata la calca, se non avessero dato il permesso di uscire a prova ultimata. Si sono sentiti tutti agli esami di maturità: guardati a vista da improbabili ispettori dell’ordine. Si aveva forse paura che le domande circolassero su internet?

Le facce degli aspiranti alla successiva prova erano allegre come quelle di un funerale, e le procedure a dir poco obsolete. Tutti questi formalismi per una preselezione che è solo il primo passo verso una prova scritta, una successiva prova orale e infine un tirocinio (il cui accesso prevede una tassa di 2.500.000 euro) dopo il quale si ha l’abilitazione ma non si accede alla prima fascia di abilitati (quelli, per intenderci, che vengono chiamati prima) ma alla inutile seconda fascia (tradotto in soldoni: se lavori, lavori solo pochi mesi all’anno). Se a questo si aggiunge la sciocca difficoltà o la banale ingenuità di certe domande la frittata è fatta. Qualcuno ha ipotizzato che alcuni quesiti siano stati presi dei vecchi quiz di cultura generale per Vigili Urbani. Sta di fatto che le domande di ogni classe di concorso erano o terribilmente banali o insidiosamente difficili. Per l’insegnamento del francese, per esempio, solo il 10% dei concorrenti di tutta Italia ha raggiunto la sufficienza. Tutto ciò anche perché alcune domande erano sbagliate e il famigerato ministero si è trovato costretto ad abbuonare 1,5 punti (ovvero tre domande, perché ogni quesito valeva 0,5 punti).

Chissà come andrà a finire. Ai posteri l’ardua sentenza, direbbe qualcuno che non ha mai dovuto affrontare un concorso pubblico in Italia, per sua fortuna.

Comments

  1. EL NEGRO

    MA NO??? CI GOVERNANO GLI IGNORANTI.. COME VOGLIAMO PRETENDERE CHE CHI INSEGNI SIA COLTO???

  2. martina

    dobbiamo pretendere che chi insegna sia colto, ma quiz del genere non valutano nè la conoscenza della materia, nè la cultura generale, nè la capacità di insegnare

  3. Marco

    Io credo che si debba fare qualcosa!!! Non possiamo accettare di essere trattati così! Erano tutti errati i test, io ho fatto quello di inglese ed ci sono almeno 5 quesiti sui quali non sono convinto ancora adesso che sono usciti i risultati! Sono schifato e indignato!!!

  4. pina

    Credo che la la selezione al Tfa sia cosa inutile, a tutti deve essere garantita l’abilitazione essendo titolo necessario per poter partecipare ail concorso per il ruolo.
    tutti abbiamo una laurea e dobbiamo avere pari possibilità. Sarà il concorso a fare la selezione.

  5. pina

    Credo che la la selezione al Tfa sia cosa inutile, a tutti deve essere garantita l’abilitazione essendo titolo necessario per poter partecipare ail concorso per il ruolo. tutti abbiamo una laurea e dobbiamo avere pari possibilità. Sarà il concorso a fare la selezione.