Un drone USA uccide il vicereggente di al Qaeda. Oggi l'assassinio dell'ambasciatore statunitense in Libia
Ucciso in Yemen Saeed Al-Shihri, il numero due di Al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP). La notizia è stata rilasciata da membri del Governo di Sanaa e potrebbe essere alla base dell’omicidio dell’ambasciatore americano in Libia, avvenuta questa mattina, in cui sono morti anche un funzionario e due marines. L’attacco ha avuto luogo nella provincia di Hadramawt, remota zona nella parte orientale del paese e, secondo fonti dell’esercito yemenita, sarebbe stato portato a termine da un drone statunitense. Assieme ad Al-Shihri sarebbero stati uccisi almeno altri cinque terroristi, alcuni dei quali di cittadinanza irachena e saudita.
Saeed al-Shihri, anch’egli di nazionalità saudita, venne arrestato nel 2001 al confine tra Afghanistan e Pakistan mentre era a bordo di una jeep assieme a due connazionali: un dipendente della Mezza Luna Rossa e un membro dell’ambasciata saudita in Pakistan; venne successivamente trasferito nel carcere di Guantanamo dove vi rimase per quasi sei anni prima di essere rilasciato e rimpatriato in Arabia Saudita dove fu sottoposto a un programma di riabilitazione per ex jihadisti. Al termine del programma lasciò l’Arabia Saudita e si recò in Yemen dove, secondo diverse fonti, venne coinvolto in numerose attività terroristiche tra cui diversi sequestri e omicidi di cittadini stranieri, inclusi alcuni missionari cristiani.
Saeed al-Shihri è solo l’ultimo di una lunga lista di personaggi legati ad Al-Qaeda bersagliati in Yemen dai droni USA: tra i più noti Anwar Al-Awlaki, leader religioso con doppia cittadinanza americana e yemenita che venne ucciso il 30 settembre 2011 e suo figlio Abdul Rahman Al-Awlaki, ucciso due settimane più tardi.
Il prossimo bersaglio dei droni potrebbe essere Ibrahim Hassan Tali al-Asiri, ritenuto dai servizi segreti statunitensi e britannici il più pericoloso membro di Al-Qaeda in Yemen nonché mandante del tentato omicidio del capo della sicurezza del governo saudita, il principe Mohammed Bin Nayef Bin Abdul Aziz Al Saud. La risposta di Al-Qaeda non si è però fatta attendere e nella mattinata di martedì a Sanaa è esplosa un’autobomba nei pressi dell’ufficio del ministro della difesa yemenita Mohammed Nasser Ahmad, che però è uscito illeso dall’attentato. Hakim al-Masmari, redattore capo dello Yemen Post ha dichiarato che il ministro sarebbe stato bersagliato in quanto promotore di una vera e propria guerra al terrorismo. Di questa mattina, invece, la notizia della strage a Bengasi – dopo una battaglia durata tre ore – in cui hanno perso la vita l’ambasciatore statunitense in Libia, un funzionario e due marines.
Nello Yemen è da tempo in atto un violento conflitto tra le forze governative e i militanti di Al-Qaeda nella Penisola Arabica, che utilizzano diverse zone del paese sotto scarso controllo governativo come nascondiglio da dove pianificare attacchi nei confronti di cittadini stranieri ed esercito yemenita.