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Diritto di critica | March 29, 2024

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Droni e ‘‘liste di obiettivi’’: gli Stati Uniti e l’offensiva ai taliban

La minaccia Al Qaeda in Nord Africa si sta facendo più pressante dopo che il ramo africano ha preso il controllo del Nord Mali, ottenendo nuove armi con la fine del regime di Gheddafi in Libia. Gli Stati Uniti stanno valutando, seriamente, l’ipotesi di utilizzare i droni nelle missioni, mentre per la Libia il governo Usa starebbe approntando delle “liste obiettivi” da colpire.

Lo “Special Operations Command” che coordina le operazioni militari speciali, come quella dei Navy Seal che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden, sta preparando dei “pacchetti di obiettivi” che rappresentano solo il primo passo contro i responsabili dell’attacco al consolato statunitense a Bengasi, nel quale l’11 settembre scorso furono uccisi l’ambasciatore Chris Stevens e altri un funzionario e due marines. A rivelarlo è stato il New York Times che ha prospettato una serie di ipotesi militari al vaglio del presidente Obama, tra cui il ricorso ai droni armati, ai raid dei corpi speciali o a missioni congiunte con le forze libiche.

Le tracce dell’attacco dell’11 settembre scorso a Bengasi porterebbero, ad Al Qaeda nel Maghreb islamico, ad Ansar al Sharia e a un integralista egiziano legato ad Ayman al Zawahri, l’attuale leader di Al Qaeda. Tuttora, ha spiegato un funzionario dell’antiterrorismo coinvolto nelle discussioni, la questione verte sul dispiegamento, o meno, dei droni armati. Ad oggi, decisioni in merito non sono state ancora prese dell’amministrazione Obama. Si sta rafforzando la diplomazia Usa e si moltiplicano gli aiuti militari ai paesi vicini come Mali, Mauritania e Niger. Manovre congiunte sono state organizzate con diversi paesi dell’Africa Occidentale, come Senegal, Burkina Faso, Guinea e Gambia.

Il portavoce del Pentagono George Little ha affermato che, attualmente, da parte degli Stati Uniti non sono previste operazioni militari unilaterali in Mali o nella regione. La preoccupazione, però, rimane alta ed è confermata dalle parole del segretario di stato Hillary Clinton, una settimana fa all’Assemblea dell’Onu: “Con un’accresciuta libertà di manovra i terroristi stanno tentando di ampliare il loro raggio di azione e le loro reti, ma gli Stati Uniti stanno rafforzando i loro sforzi per combattere una minaccia all’intera regione e al mondo”.

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