Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 9, 2024

Scroll to top

Top

Berlusconi fa pretattica. E annuncia che non ricandiderà

L’ANALISI – Berlusconi si ritira, rilancia Monti e strizza l’occhio a Montezemolo e Passera. L’annuncio fatto ieri da Alfano ha scosso un centrodestra ormai balcanizzato e l’intero mondo politico nostrano che dopo quasi vent’anni – almeno secondo gli attuali propositi del Cav. – non farà più i conti con Silvio, almeno non più in prima persona. Il nemico da battere, con cui un’intera generazione di giovani italiani è nata e cresciuta – abituata alle sue televisioni e alle sue comparsate spesso farsesche – non sarà più Berlusconi. Il suo ventennio pare sulla via del definitivo tramonto, abbattuto dalle inchieste e da una sostanziale incapacità politica ad incoronare un “delfino” in grado di succedere al “padre fondatore”.

Eppure, come spesso accade, questo potrebbe non essere il definitivo addio alla possibilità di guidare il centrodestra da parte di Berlusconi che non si è esposto in prima persona ma ha mandato avanti Alfano. E le stesse parole del segretario – “Per unire il centrodestra Berlusconi è pronto a non ricandidarsi” – non sono state nette, tali da non lasciare scampo a ripensamenti. Berlusconi, d’altronde, ci ha abituato a false promesse e ritorni perché “lo chiedono i cittadini”. Le parole di Alfano, dunque, potrebbero essere solo un’esca per i sondaggi, un sasso nello stagno. Anche se questa volta tutto lascerebbe intendere un concreto passo indietro da parte del Cav.

Ma l’appello è anche e soprattutto ai moderati: l’ingombrante Berlusconi si fa da parte per permettere a partiti come l’Udc di ricompattarsi a destra. E Alfano lo dice chiaramente: “Se come Pdl – ha dichiarato – siamo disposti e pronti allo sforzo più generoso e importante, chiediamo agli altri di fare la stessa cosa. Noi ci stiamo e, caro Casini, spero che le nostre strade possano tornare a incrociarsi”. Ora che Berlusconi non c’è più, verrebbe da dire. “Farmi da parte – riportava due giorni fa Libero citando un vigolettato del Cav – è l’unico modo per convincere Montezemolo o uno come Passera, ad accettare la guida di una grande coalizione dei moderati. Con me in prima fila non lo faranno mai”. Una prospettiva, questa, che potrebbe invece risvegliare le braci sotto la cenere dell’Udc e ricondurla all’ovile dove è stata per anni. Mentre a sinistra il Pd dovrà giocoforza allearsi con Sel e Idv.

Sullo sfondo – per rimanere tra i banchi della destra – potrebbe infine verificarsi una spaccatura “controllata”, con gli ex AN chiamati a formare un loro partito o movimento che sia, capace di raccogliere i voti dell’ala delusa e più tradizionalista, un bacino di consensi a rischio emorragia. Mentre il Pdl – da macellare e ormai compromesso – sarebbe affidato a a tutti gli ex per essere poi condotto al mattatoio, a vantaggio di una lista del tutto rinnovata e senza Berlusconi candidato premier. Una frammentazione funzionale a contenere i danni nel centrodestra (riducendo quanto più possibile la migrazione dei voti), con il Cav. in sala macchine ma che apra la via ad un più mite Monti bis.

Twitter@emilioftorsello