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Diritto di critica | September 1, 2024

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Lombardia, 62 indagati per le ''spese pazze'' - Diritto di critica

Tangenti e favori all’ombra del Pirellone. Salgono a 62 gli indagati nell’inchiesta milanese sui rimborsi elettorali. Nella lista quasi tutti i consiglieri reginali di Pdl e Lega delle legislature 2005 e 2010. Tra i nomi eccellenti anche Rosi Mauro, ex braccio destro di Bossi e vicepresidente del Senato. Ma lo scandalo si allarga: la Guardia di Finanza indaga sulle “convenzioni facilitate” ad alcune cliniche private del Varesotto, perquisiti gli uffici del direttore generale della Sanità lombarda Carlo Lucchina.

Se ne salvano pochi. Altri 37 consiglieri del Pirellone sono indagati nell’inchiesta milanese sulle presunte spese ‘pazze’. Dopo i 22 inviti a comparire dei giorni scorsi e dopo altri tre indagati dello scorso ottobre, il numero dei consiglieri indagati raggiunge così quota 62. I pm milanesi Robledo, Filippini e D’Alessio stanno passando al setaccio le spese dei gruppi consiliari delle ultime due legislature, dal 2005 ad oggi: i presunti rimborsi illeciti sarebbero stati intascati a scopo personale tra il 2008 e il 2012. L’accusa, per tutti, è di peculato.

Due filoni d’indagine. Le perquisizioni del Nucleo fiscale della Guardia di Finanza si dividono su due linee d’indagine. Da una parte l’analisi delle spese personali dei consiglieri, effettuate con denaro del gruppo consiliare senza alcuna attinenza con l’attività politica. In questo ramo sono saltati fuori i nomi eccellenti di Davide Boni, ex presidente della Giunta lombarda, Renzo Bossi, indagato fin dallo scandalo primaverile che ha coinvolto la famiglia del Senatur, e i capigruppo Pdl e Lega (Paolo Valentini e Stefano Galli). La novità è però Rosi Mauro, ex consigliera regionale ed ora vicepresidente del Senato. L’ex braccio destro di Bossi avrebbe usufruito, come gli altri, dei presunti rimborsi illeciti, su spese elettorali fasulle (come nel Lazio Fiorito e Maruccio, ed ora in Campania il consigliere Massimo Ianniciello del Pdl).

L’altro filone d’indagine riguarda i rapporti tra alcune cliniche private del Varesotto ed esponenti politici del Pirellone. Tra questi, è stato da pochi giorni aggiunto il direttore generale della Sanità Carlo Lucchina; ma anche Antonio Tomassini (Pdl), membro della Commissione salute al Senato. Per loro i pm ipotizzano i reati di concussione e corruzione per aver garantito convenzioni privilegiate con la Regione Lombardia in cambio di regalie e mazzette. L’indagine è partita dall’analisi dei bilanci fallimentari di alcune cliniche del gruppo Fratelli Polita, praticamente un magnate del circuito sanitario di Varese e provincia.