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Diritto di critica | October 3, 2024

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Elezioni2013, parte la campagna contro il caporalato elettorale

Elezioni2013, parte la campagna contro il caporalato elettorale

Arrivano le elezioni e, si sa, parte la campagna acquisti dei candidati per accaparrarsi un addetto stampa. È un’ottima occasione per i tanti comunicatori e giornalisti precari in cerca di un lavoro, che per qualche mese riescono a lavorare più o meno serenamente ad un progetto e a sedare un po’ delle loro angosce.

Purtroppo però, non sempre lavorare, in questa professione, coincide con il concetto di “ricevere uno stipendio” e in un periodo intenso come quello della campagna elettorale, si rischia che questo fenomeno si amplifichi maggiormente. Ecco che quindi il Coordinamento romano dei giornalisti precari Errori di Stampa, insieme agli altri Coordinamenti nazionali, ha lanciato una «campagna contro il caporalato elettorale» che prevede un «ufficio di vigilanza diffuso contro il mercato nero della comunicazione elettorale». Perché, come denuncia Errori di Stampa nel comunicato, «spesso lavorare negli uffici stampa elettorali significa accettare condizioni prossime al caporalato. Paghe a nero, sotto l’elegante voce del “rimborso spese”, senza contratto, nessuna garanzia post-elettorale, anche in caso di elezione».

Errori di Stampa promette pubblicità per quei candidati, virtuosi, che sottoscriveranno il loro codice etico, mentre farà i nomi dei candidati che, sotto segnalazione dei colleghi sfruttati che comunque resteranno sempre anonimi, abbiano fatto “proposte indecenti” e non abbiano onorato con un contratto il rapporto di lavoro.

Quello che propone Errori di Stampa è quindi un codice etico basato su tre principi: innanzitutto, che i giornalisti siano regolarmente assunti con contratto di collaborazione o con emissione di regolare fattura nel caso in cui si lavori con Partita Iva; in secondo luogo, il contratto deve specificare bene la mansione svolta dal giornalista-addetto stampa e, infine, il contratto deve prevedere il regolare pagamento dei contributi Inpgi2 (la gestione separata dell’Inpgi per il lavoro giornalistico autonomo).

Pare che anche stavolta i Coordinamenti dei giornalisti precari abbiano messo a segno un altro grande colpo. Dopo la Carta di Firenze e la legge sull’equo compenso, su cui pochi scommettevano, i Coordinamenti puntano il dito contro chi sfrutta gli uffici stampa. E pare che, anche stavolta, siano destinati a vincere la loro battaglia. Candidati, siete avvertiti!