Francia nella bufera per il ministro corrotto, Hollande prende le distanze - Diritto di critica
Lo scandalo è di quelli che bruciano particolarmente, per la nuova Francia socialista che vorrebbe guidare l’uscita dalla crisi economica. Dopo le indagini della magistratura e le smentite che hanno occupato per giorni i media transalpini, l’ex ministro del Bilancio Jérôme Cahuzac ha ammesso di possedere conti segreti nelle banche estere. Una brutta tegola sul governo di François Hollande, che ha tentato di correre ai ripari con un discorso in tv: «Cahuzac ha tradito il presidente della Repubblica, il governo, tutti i cittadini – ha dichiarato in un video-messaggio il capo dell’Eliseo – e si è reso responsabile di una colpa imperdonabile. Sono sbalordito ed arrabbiato, questa è una grave violazione della morale repubblicana». Parole di fuoco e di netta condanna, prima di partire per la visita ufficiale in Marocco.
Tutto era cominciato quattro mesi fa, quando il sito d’informazione “Mediapart” aveva fatto scoppiare la bomba. L’ex ministro del Bilancio, dimessosi dall’esecutivo lo scorso 19 marzo tuonando la propria innocenza e minacciando querele, è crollato due giorni fa confessando agli inquirenti la realtà un conto illegale in Svizzera, in una filiale dell’Ubs a Ginevra, che gli ha fruttato negli ultimi venti anni circa 600 mila euro: «Chiedo scusa a tutti, riporterò il denaro in Francia», ha detto Cahuzac; ma sta di fatto che il politico, la cui carriera sembra arrivata al capolinea, è indagato per occultamento di frode fiscale e rischia fino a 5 anni di carcere. Ironia della sorte, a cadere nell’illegalità e nell’umana debolezza proprio chi il fisco avrebbe dovuto controllarlo, e salvare il bilancio dal baratro rimettendo i conti statali in ordine. Non è passato molto tempo da quando l’ex ministro accusava i connazionali di portare denaro francese all’estero, e si ergeva a paladino della lotta all’evasione fiscale.
Adesso Hollande ha il duro compito di placare il polverone politico che si è creato, e dare risposte adeguate ai suoi elettori. Sebbene Hollande e il Primo ministro Jean-Marc Ayrault abbiano dichiarato infatti che Cahuzac non godesse di nessuna protezione, tra i partiti di opposizione serpeggiano dubbi sul fatto che le due principali cariche di Francia non siano venute a conoscenza dei conti illegali dell’ex ministro. Il presidente dell’Ump, il partito di Sarkozy, ha parlato addirittura di questo caso come la fine della sinistra “moralista” francese. Drastico il pensiero della leader dell’estrema destra, Marine Le Pen, a capo del Fronte Nazionale: «Non vedo altre soluzioni che le dimissioni del governo e lo scioglimento dell’Assemblea nazionale – ha detto – quando si arriva ad una situazione simile di frattura, bisogna che il popolo possa esprimersi».
Per ora Hollande si è rivolto ai francesi assicurando la linea dura contro la corruzione, a cominciare da un progetto di legge «sulla trasparenza» delle cariche pubbliche: «Gli eletti condannati non potranno più svolgere nessun mandato», ha precisato il presidente, che punterà anche ad una maggiore indipendenza della giustizia. La sensazione, però, è che lo scontro politico sia solo agli inizi, e per la Francia saranno ancora giorni turbolenti.