L'Enrico Letta "targato Pdl": silenzi e vaghezza per non pestare i piedi a Silvio
IL GRAFFIO – “Caro Letta, non c’e’ Europa senza diritti civili. Nel tuo discorso non c’e’ una parola sul diritto di avere diritti”. E infatti, a differenza di Bersani che proprio dei diritti civili aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia, Enrico Letta pare essersene dimenticato. Eppure stiamo parlando di un programma di governo: 18 pagine di discorso sul sito della presidenza del consiglio e nemmeno un riferimento al “diritto di avere diritti”, come ha sottolineato ancora una volta Nichi Vendola. Per tacer della Bonino, seduta proprio accanto al nuovo premier, impassibile.
La ragione è semplice: Letta non ha voluto urtare la “sensibilità” di personalità del Pdl – vedi Giovanardi, per fare solo un esempio – che mal tollererebbero che le Camere si occupassero anche di un certo tipo di diritti civili. Quindi meglio tacere. Le polemiche – in un momento così fragile Letta lo sa benissimo – adesso sono l’ultima cosa necessaria. E allora si citano i marò ma non i diritti civili, si parla dell’Europa ma non dei diritti civili, si sottolinea la crisi delle fasce più deboli ma si dimenticano i diritti civili.
Ma tra i “buchi” e i silenzi fatti registrare dal discorso di Enrico letta, nemmeno un riferimento al tema delle “intercettazioni” e a quello scottante del “conflitto di interessi”. Ed è sempre il discorso che occupa diciotto (18) pagine di sito del governo: nemmeno una riga. E la lotta alla corruzione? Un vago, vaghissimo accenno.
Il governo Letta targato Pd ma soprattutto Pdl, ha preso il via.