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Diritto di critica | October 6, 2024

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Jolly Nero e Concordia, le navi che non dovevano essere lì

genovaL’incidente di Genova è tutt’ora inspiegato. Il Jolly Nero aveva due rimorchiatori come prescritto, eseguiva una manovra già collaudata (anche se poco usuale), aveva un timoniere esperto in plancia. Tutto come prescritto, pare. Eppure è andato fuori controllo e ha sbriciolato la torre di controllo del molo Giano, causando 7 vittime e 2 dispersi. Una nave così grande non doveva essere lì: proprio come la Costa Concordia di Schettino, al Giglio, un anno fa.

Poppa impazzita. A Genova ogni anno 6mila navi compiono un’operazione simile a quella che ha causato l’incidente del Jolly Nero: una “manovra di retromarcia”, che avrebbe portato il rimorchiatore ai moli interni del porto per lo scarico delle merci. I due rimorchiatori lo hanno trainato nel canale d’ingresso nella notte di martedì, incanalato verso il molo Giano a velocità prescritta. Poi la poppa della nave ha continuato in linea retta invece di virare, travolgendo la torre di vetro e cemento del Controllo Portuale. Una dinamica inspiegabile, per ora: uno dei cavi di traino ha tentato il recupero della nave, ma si è spezzato, anche a motori fermi. Perché la nave non ha virato?

Equipaggio esperto. L’equipaggio, secondo le autorità portuali, era esperto e preparato, abituato alla manovra. Dovrà essere la scatola nera a spiegare agli inquirenti i motivi per cui il cargo non ha virato, se per errore umano (velocità o impostazioni del timone) o per guasto tecnico.

“Non doveva essere lì”. Di certo, la manovra è risultata azzardata. E secondo il presidente delle Autorità portuali di Genova Luigi Merlo, quella nave “non doveva essere lì”. Si apre una linea d’indagine quindi sui permessi e sulle prescrizioni che la Jolly Nero doveva rispettare, in uno spazio così angusto. Ricorda un’altro caso celebre, e purtroppo recente, di “manovra azzardata” (se poi così è andata davvero): la “furbata” di Francesco Schettino al Giglio, con l’inchino ormai rodato da anni di inutile rischio per i passeggeri. La Costa Concordia è ancora lì, piegata su un fianco, con le sue 30 vittime e un centinaio di feriti, appoggiata sul fondale dell’Isola del Giglio: Schettino ha scritto un libro ed è finito decine di volte in tv, mentre il processo è in corso. Forse Genova e Giglio hanno più cose in comune di quel che sembra.