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Diritto di critica | March 26, 2024

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"Adotta un libro", Radio3 ricorda il Rogo di Berlino

“Adotta un libro”, Radio3 ricorda il Rogo di Berlino

Libri di autori tedeschiCitare un titolo, un autore, per non dimenticare la censura e l’odio delle dittature. Oggi Radio3 “adotta” un libro all’interno di ogni trasmissione della giornata, in ricordo del “rogo di Berlino” di ottant’anni fa.

Il 10 maggio del 1933, nell’attuale Bebelplatz di Berlino, si consumò l’ennesimo atto di violenza e censura della cultura da parte del neonato regime nazista. Gli studenti dell’Associazione studentesca della Germania, ammaliati dalle folli idee di Hitler, diedero alle fiamme oltre 25mila libri considerati contrari alla ideologia nazionalsocialista. Un gigantesco falò si portò via pagine e pagine di autori ritenuti comunisti, ebrei, di razza non ariana, o semplicemente troppo liberi e all’avanguardia. Tra i nomi più eclatanti: Einstein, Marx, Hemingway, Kafka, e ancora Thomas Mann, Bertolt Brecht, Emile Zola, James Joyce, Marcel Proust. Più di 40mila persone si radunarono per ascoltare il discorso delirante di Joseph Goebbels, il Ministro della Propaganda nazista. In quella stessa piazza ora c’è un monumento commemorativo, una lastra di cristallo sotto la quale si apre una piccola biblioteca con gli scaffali completamente vuoti. Accanto, una pila di libri in metallo.

A Radio3 si parla dell’importanza di queste opere, e di quanto avrebbe perso l’umanità se tali romanzi, poesie, trattati fossero spariti per davvero dalle nostre vite. «L’anniversario è l’occasione di raccontare una tragedia – ha detto il direttore dell’emittente Marino Sinibaldi – e, nel nostro piccolo, di risarcire le vittime». All’iniziativa partecipa anche il sito “Articolo 21”, che richiama un libro ad ogni articolo o twit lanciato, ed invita a fare lo stesso tutti i siti di informazione, i quotidiani, le radio, i social network.

Il 1933 è stato un anno terribile per la cultura e i suoi esponenti. I dirigenti della propaganda nazista indirizzarono il loro odio verso tutto quello che non era puramente tedesco, ovvero ogni produzione musicale, artistica, letteraria che fosse “infettata” da geni di altre popolazioni. Il fuoco purificatore era il mezzo ideale per ripulire la cultura germanica ad esaltarne la ritrovata moralità. Finirono nel mirino delle autorità anche le opere di pittori come Kandinsky e Klee, i film di Lang e Murnau, la musica contemporanea di Schönberg e naturalmente quella jazz, nella quale eccellevano musicisti di colore. E la cosa più agghiacciante è che i roghi si trasformarono in gigantesche manifestazioni, durante le quali gli universitari sfilavano in favore della cultura tedesca, la gente urlava di gioia e le orchestre suonavano musica trionfante. L’opera di propaganda fu immensa, e comprese discorsi nelle piazze, manifesti, pubblicità alla radio. Tutte le librerie e biblioteche del Paese vennero rivoltate e “bonificate”.

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