C’è tanfo di spogliatoio

lettaIL GRAFFIO – Gli spogliatoi non sono bei posti. Tra tutte le metafore, Letta ha scelto quella meno appropriata per descrivere l’intento con cui i ministri del nuovo governo sono andati per 24 ore (o poco più) a chiudersi in abbazia: “fare spogliatoio”. A parte che è difficile immaginarsi Lupi, lo stesso presidente del Consiglio (o chi per lui) in stile big Jim a darsi l’un l’altro pacche intrise di talco e gesso sulle spalle, dopo presunte fatiche agonistiche, ma è certamente improbabile che questo “summit” porti a qualcosa di buono.

La gitarella in maglioncino e camicia, infatti, è partita male. Al di là delle buone intenzioni e dei pulmini su cui si sale tutti ordinati e sorridenti, magari cantando in coro canzoni di gioventù a finestrini chiusi, è stata tutta una guerra a suon di portavoce che conducevano un  botta e risposta – impossibile ai due diretti interessati, ma alcuni raccontano un duro scambio proprio a bordo del pulmino – sulla manifestazione di Brescia. Alfano ha precisato che si è trattato di un evento “elettorale” e non di una manifestazione contro i magistrati, ma le parole di Berlusconi facevano propendere più per la seconda che non per la prima delle interpretazioni. Nei faccia a faccia, dunque, sono sorrisi, a menar colpi ci pensano portavoce e agenzie. E se alla fine Alfano si è beccato una sonora strigliata d’orecchie dal neopremier, quest’ultimo non vuole e non può permettersi di mettere in crisi l’esecutivo per le questione processuali di Berlusconi e le sue manifestazioni. Meglio abbozzare quindi e far promettere al discolo Alfano di non azzardarsi mai più a scendere in piazza con il Cavaliere. Un ministro dell’Interno che non prende le distanze da chi attacca così pesantemente la magistratura – giova sottolinearlo – non si è mai visto.

Nello spogliatoio, insomma, più che fare gruppo si rischia di guardarsi in cagnesco, ognuno accanto al suo accappatoio, in attesa di tornare a casa. La tregua pare di facciata, quasi che Letta voglia far vedere a tutti che da parte sua la buona volontà è totale e che se qualcosa dovesse andar storto, non sarebbe a quel punto colpa del mediatore, di colui che ha cercato di mettere tutti d’accordo. A spese dei cittadini, non dimentichiamolo: Chi si fosse diretto verso l’abbazia ieri (e oggi) avrebbe trovato un “imponente spiegamento” – così recitano le agenzie – di polizia e carabinieri fin dall’autostrada e poi su fino a Spineto, il “ricovero” dei ministri in ritiro. Come dire: una normalissima gita tra amici. Ma paghiamo noi.

Di Emilio Fabio Torsello

Giornalista professionista, 30 anni, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel 2006. Mi occupo di tematiche inerenti la legalità, la cronaca giudiziaria (imparando dal "maestro" Roberto Martinelli), l’immigrazione e la politica. Collaboro con il mensile Narcomafie, con alcune testate del Gruppo Sole 24 Ore e in particolare con Il Sole 24 Ore del lunedì e Il Sole 24 Ore "Roma", con Il Fatto quotidiano e con Roma Sette (Avvenire). In passato ho lavorato (stage) presso la redazione Ansa di Bruxelles e ho collaborato con la redazione aquilana dell'AGI e con il portale del sole 24 Ore, Salute24. Sono l'autore del blog EF's Blog, sulla piattaforma Wordpress