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Diritto di critica | July 26, 2024

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Edilizia in Piazza, caschetti gialli davanti alla Borsa

Caschetti-gialli-in-Piazza-Affari_gal_landscapeI Caschetti gialli che occupano Piazza Affari, in silenzio e di lunedì mattina, li abbiamo già visti a febbraio. Allora la protesta era generica, contro una politica impantanata: oggi presenta le sue 100 proposte, dirette allo Stato, ai Comuni e alle Regioni. In sostanza, “tagliate la burocrazia”. Eppure la protesta avviene davanti al luogo simbolo del mondo finanziario: perché sotto pelle il problema vero restano i mutui che le banche negano agli imprenditori. Anche se Squinzi sorvola.

Le 100 vessazioni a costo zero. L’associazione dei costruttori chiede soprattutto semplificazione normativa: troppi impedimenti burocratici, troppi tempi morti tra richiesta e risposta, troppi oneri pro-forma rallentano il lavoro dell’imprenditore edile. In termini di occupazione, significano 450mila posti di lavoro persi in 6 anni, 11mila imprese fallite e un crollo degli investimenti del 30%. La lista compilata dall’Ance prevede circa 70 interventi normativi che aiuterebbero l’intero settore, a costo zero per lo Stato: e su questo c’è poco da dire, vanno presi in considerazione al più presto, e almeno la metà approvati a piè pari. Più delicato il discorso sulle “vessazioni” (così gli imprenditori percepiscono la burocrazia pubblica) in tema fiscale: qui, dall’imu su fabbricati industriali alle varie tassazioni specifiche, l’evidente minor introito dell’erario viene visto come necessario. Almeno per loro. Ma pesa su tutto il resto della collettività.

Colpa delle banche. Eppure, dopo la tirata d’orecchi allo Stato su burocrazia e tasse facili, la parte più seria del documento dell’Ance riguarda le Banche. Gli istituti di credito, secondo i dati dell’associazione, hanno tagliato drasticamente le linee di credito, allungato i tempi di risposta e aumentato i tassi d’interesse. In 6 anni, le banche hanno negato 77 miliardi di euro in finanziamento alle aziende costruttrici: crollati anche i mutui alle famiglie, -58% dal 2008 ad oggi. Anche Bankitalia ha la sua parte di colpa in questo: i dati pubblicati da Via Nazionale sul costo del credito sono falsati. La richiesta dell’Ance è di fissare il tasso d’usura a 4 o 5 % in più del tasso Euribor, per contenere lo “sciacallaggio bancario”.

Squinzi, presidente di Confindustria, abbraccia la protesta dei costruttori e la usa per chiedere allo Stato uno “stop alle vessazioni” (la vecchia parabola degli imprenditori maltrattati dallo Stato burocratico): ma si perde per strada, e consapevolmente, l’altro grande responsabile della questione, le Banche. Rappresentate all’interno della sua stessa Confindustria, ma evidentemente in conflitto con l’ala produttrice. Lo scontro interno non si vede, compare solo quando Piazza Affari va in “giallo”.

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