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Diritto di critica | September 1, 2024

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Reati ambientali, finalmente arriva la legge. Ma basterà? - Diritto di critica

Ci sono voluti decenni di disastri, ora il Senato dice sì al Codice penale aggiornato in materia. Quanto servirà al nostro maltrattato territorio?

Dunque alla fine il ddl sui delitti contro l’ambiente è diventato legge. Da qualche giorno inquinare e smaltire rifiuti in maniera impropria è reato. Una sfilza di nuovi provvedimenti da Codice penale che danno, almeno sulla carta, più credibilità e forza allo Stato, ma che non cancellano i disastri e i clamorosi scandali italiani come Eternit o i campi della Terra dei Fuochi. E viene da chiedersi ancora una volta il perché di questo lunghissimo vuoto legislativo, colmato solo oggi: «Quello che prima era tutelato con costruzioni della giurisprudenza – ha spiegato il Ministro per la Giustizia Andrea Orlando – ora trova elementi di certezza in previsioni normative. Non c’è ostilità verso le imprese, ma strumenti più forti per combattere chi ha devastato l’ambiente». Ma la sensazione è che la legge sia arrivata tardi, troppo tardi. In un Paese che ha difficoltà anche a fare la raccolta differenziata. E nel quale la cultura dell’ambiente e dell’ecologia appare ancora poco radicata.

8f287612b27e190c43354f91f6a917f2-kGYD-U43080951265321z8H-590x445@Corriere-Web-SezioniI reati nel dettaglio Approvata dal Senato con 170 voti a favore, 20 contrari e 21 astenuti, la legge modifica il Codice aggiungendo cinque nuovi delitti, primo fra tutti quello di inquinamento ambientale (che prevede multe da 10mila a 100mila euro e pene dai 2 ai 6 anni di carcere e, con le aggravanti, si alza fino a 20 anni), provocato da chi comprometta e deteriori porzioni di suolo e sottosuolo, la fauna, la flora, l’aria e l’acqua. Inserito poi il disastro ambientale, punito con la reclusione da 5 a 15 anni (con aggravante di pena se commesso in un’area protetta), che riguarda specificatamente “un’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema” e “l’offesa all’incolumità pubblica” nei confronti delle persone offese o esposte al pericolo. Ma sono considerati reati anche il traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività (da 2 a 6 anni), l’impedimento del controllo e l’omessa bonifica. Tutti casi di cui l’Italia, a ben vedere, è tristemente piena. A partire dalle decine di siti industriali dismessi senza un programma decente di bonifica e lasciati lì ad ammalare le persone chi vi vivono intorno. E per i quali i veri colpevoli non hanno mai pagato. In presenza di ipotesi di reato ambientale, il procuratore della Repubblica che si occupa del procedimento dovrà informare dell’indagine anche il procuratore nazionale Antimafia e l’Agenzia delle Entrate. Il testo della normativa prevede inoltre, in caso di condanna, la confisca dei beni inquinati e l’affidamento alla pubblica amministrazione competente per le operazioni di bonifica e riconversione delle zone in questione. Sconti di pena, invece, per chi collabori con la giustizia o provveda in tempo a ripulire e mettere in sicurezza i luoghi inquinati. La nuova legge sul reato ambientale, votata anche dal Movimento 5 Stelle e da Sel, è stata promossa anche grazie alla mobilitazione di 25 associazioni ambientaliste (e non solo), guidata da Legambiente e Libera.

Dubbi e riflessioni Se il Ministro Orlando è convinto che «con una legge come questa una vicenda come quella di Eternit non sarà più possibile», più disilluse sono le parole del pm Raffaele Guariniello, che si è occupato proprio del procedimento contro la multinazionale dell’amianto e allarga l’ambito della discussione: «la legge approvata dal Senato non impedisce che si verifichino casi come quello della prescrizione del processo Eternit. I tempi della prescrizione sono stati allungati, ma la formulazione del reato è rimasta la stessa». Intervistato dal Corriere della Sera, anche il comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, Sergio Costa (che da anni si occupa di Terra dei Fuochi) ha espresso il suo scetticismo riguardo alla legge e alla possibilità effettiva di arrestare chi inquina: «Io la vedo solo come un punto di partenza, la normativa va sicuramente migliorata. Ci sono troppi tecnicismi. Cosa accade, per esempio, se nello stesso terreno si verificano due reati ad opera di soggetti diversi? Come si misura il danno provocato dal primo e quello arrecato dal secondo?». Ironica infine la critica del portavoce dei Verdi Angelo Bonelli, che parla di «creatività del Parlamento italiano nell’introdurre il reato di disastro ambientale solo se causato “abusivamente”, come se vi fossero reati del genere che non sono abusivi».