Tra razzismo e nulla, come Salvini ha messo nell'angolo il Pd
di Paolo Ribichini | 08 Ago 2019Aggiungi questo articolo al tuo Magazine su Flipboard
I dem (e i giornali) non riescono a imporre una loro agenda che non sia fatta di “anti-” qualcosa. E il Capitano alla console se la ride
Mentre il governo traballa pericolosamente, l’opposizione litiga. L’irrilevanza del Pd e della sinistra in genere (e forse dovremmo aggiungere anche l’irrilevanza di un’inedita litigiosissima Forza Italia) è drammatica. Questo governo è maggioranza e opposizione allo stesso tempo. E i due partiti, M5S e Lega, si usano reciprocamente per sparare l’idea più improponibile, sapendo bene di trovare dall’altra parte dei no. Il governo è immobile ed è forse destinato in poco tempo a raggiungere il suo capolinea. Ma la campagna elettorale permanente non si è mai fermata e, anzi, oggi è più dura di prima.
A dare le carte, oggi, è un Matteo Salvini ultimamente un po’ nervoso ma ancora decisamente forte sotto il profilo comunicativo. Dopo aver trascinato a destra il Movimento 5 stelle, da qualche tempo è riuscito a chiudere in un angolo del ring il centro-sinistra, Forza Italia e la stampa. Il partito di Berlusconi è lacerato da scontri intestini, mai visti finora. Il “grande capo” oggi ha perso molta della sua forza elettorale e quindi i dirigenti guardano altrove. Un nuovo soggetto centrista che si possa alleare in futuro al Pd, oppure una stampella della Lega. Sotto il profilo comunicativo, al di là delle fratture, bisogna registrare l’incapacità di Forza Italia di inserirsi nel dibattito politico: Salvini è più “cattivo”, più spregiudicato, meno moderato. E oggi la politica del “ma anche” non va più di moda. Il Pd, dall’altra parte, anch’esso spaccato in due tra maggioranza congressuale e maggioranza nei gruppi parlamentari, non riesce ad imporre la sua agenda. Salvini ha chiuso in uno degli angoli del ring il Pd, il quale subisce i colpi senza trovare un varco per respirare. Il “Capitano” fa un post razzista e i dem sentono la necessità di stigmatizzare il comportamento del ministro dell’Interno. Bene, giusto. Ma se la comunicazione del Pd si basa solo sugli “anti”, sarà sempre Salvini a dettare l’agenda, un’agenda fatta di nulla. Così, lavoro, occupazione, lotta alla povertà hanno lasciato spazio alle iniziative anti-razziste e pro-migranti. Non è così che si recupera consenso tra gli elettori dei 5 stelle e tra quelli della Lega. Cospargersi il capo di cenere e andare tra gli ultimi: stranieri e italiani che siano. Chi vive un disagio deve guardare al Pd, altrimenti il Pd è morto.
Ma non basta. Per riconquistare i voti persi bisogna fare le pulci al governo. Non basta dire “sta distruggendo l’Italia” perché da molti la risposta che si ottiene è di una semplicità disarmante: “parlate voi che ci avete portato nel baratro?!”. Vero o no, nel Pd c’è bisogno di un comunicatore professionista che non dimentichi gli elementi “di sinistra” del partito. E ponga agli italiani alcune semplici domande: “Dopo più di un anno dalla nascita di questo governo, è migliorata la vita degli italiani?” La risposta è semplicemente no. Non c’è stata alcuna discontinuità con il passato. Il reddito di cittadinanza (che poteva essere utilizzato per il taglio del cuneo fiscale per generare occupazione e far crescere i salari) è stato un flop. Altro che povertà abolita. Altri provvedimenti che ha fatto questo governo? Lotta dura contro l’immigrazione (presumibilmente) clandestina. Anzi, no. Infatti, l’unica vera discontinuità ha riguardato gli sbarchi. Perché chi entra via terra o via aerea (vedasi moldavi, bielorussi, sudamericani, cinesi, pakistani ecc.) continua a entrare e soprattutto a rimanere. Insomma, ci si concentra sugli sbarchi degli “ultimi”. E tutto questo si chiama Decreto sicurezza bis. Nel paese delle mafie, il problema sono i neri che arrivano, non gli italiani e stranieri che delinquono. Insomma, c’è un solo risultato di cui parlare: il crescente razzismo fomentato da una politica irresponsabile. “Prima gli italiani”, dice Salvini. Giusto. Peccato che lui si preoccupi di tutto tranne che degli italiani che erano poveri un anno fa e sono rimasti tali, che erano disoccupati un anno fa e oggi non hanno un lavoro.
Perché la stampa e un’opposizione seria si limitano a parlare di razzismo quando ci sono campagne da fare contro la povertà, per ridare dignità al lavoro e per dare fiato all’economia? Perché è facile parlare con concetti semplici e aiuta a prendere voti e a vendere i giornali (che poi sia così vero è da dimostrare) mentre i concetti complessi vanno studiati, capiti e divulgati. Troppa fatica.