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Diritto di critica | April 26, 2024

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Violenza sulle donne, Idem lancia la task force a 6

Violenza sulle donne, Josefa lancia una task force

antiviolenzaCento donne uccise ogni anno – per gelosia, odio familiare o possesso – sono troppe, una strage silenziosa. Il nuovo ministro per le Pari opportunità, Josefa Idem, scende in campo e propone una task force interministeriale: “dobbiamo analizzare il problema e trovare tutti insieme una soluzione definitiva”. Cancellieri e Lorenzin già ci stanno. Ma cosa sta facendo oggi l’Italia per le sue donne?

La proposta. “Serve più forza per affrontare la questione”. Non basta il solo dicastero delle Pari opportunita’, per contrastare la violenza sulle donne: serve uno sforzo comune. Il ministro Idem lancia così l’idea di far convergere in una task force mirata le energie di 6 ministeri, includendo tutti gli aspetti del fenomeno: la Giustizia, l’Interno, la Salute, l’Istruzione, il Lavoro. C’è già l’assenso di Anna Maria Cancellieri (Giustizia) e Beatrice Lorenzin (Salute). Ma serve anche l’Interno con Alfano, o la task force rischia di rimanere monca.

L’Osservatorio. Le politiche da varare in modo coordinato avranno però bisogno di dati certi, ed è da qui che nasce l’idea di un Osservatorio permanente, capace di analizzare il problema da tutti i lati. Un progetto che piace molto alle associazioni in difesa dei diritti della donna, a cominciare da Solidea e Telefono Rosa, convocate già dalla prossima settimana al ministero per avviare il lavoro.

Centri antiviolenza, pochi e senza soldi. Bisogna partire dai centri antiviolenza. Queste case-famiglia accolgono le donne vittima di violenze o minacce da parte di mariti, conviventi o familiari: gli danno un tetto, assistenza legale e sanitaria, le aiutano nelle denunce all’autorità. Secondo le direttive europee, dovrebbe essercene almeno una ogni 10mila abitanti: invece ne abbiamo solo 62 in tutta Italia (una per milione di abitanti, quasi).Il numero di vittime della violenza aumenta (nel 2012 sono state 125, nei primi quattro mesi del 2013 già 25), mentre i finanziamenti restano minimi, lasciati alla discrezione di Province o Regioni.

Cosa manca. Serve una legge quadro che riconosca i centri antiviolenza, sia di accoglienza che di ascolto. Anche intervenendo sull’uomo violento, come fa il Cam (Centro ascolto per i maneschi) a Firenze, per fermare all’origine il fenomeno. Tutti buoni propositi e buone idee: ma il governo Letta, il più “rosa” degli ultimi anni, dovrà dimostrare di saperli realizzare. Il suo predecessore, Monti, finì la legislatura senza approvare la legge Carfagna-Buongiorno, che prevedeva l’ergastolo per i femminicidi.