Colleferro, dove la terra uccide - Prima Puntata - Diritto di critica
C’è veleno nella terra di Colleferro, 45 Km da Roma. Ce n’è nell’acqua del fiume Sacco che la attraversa, nell’erba che cresce sui pascoli, nel corpo di pecore e vacche da latte. Dal 2005 nella “zona 3C” vige il divieto di macellazione e produzione latte: ma anche al di fuori dei confini imposti dalle autorità gli animali muoiono a causa di malformazioni e tumori inspiegati. A volte riscontrati anche nei bambini. Cosa è stato seppellito nella Valle del Sacco per anni?
Raimondo Fadda ha seppellito oltre 800 animali dal 2005 ad oggi. Tutti nati deformi, o con la bava alla bocca, e morti dopo meno di un mese di stenti. Duecento ne sono morti nell’ultimo anno. Suo figlio, nato nel 2007, è disabile: “Guardo mio figlio e vedo la stessa malattia che oggi uccide i miei animali». Il legame è tutto da dimostrare, ma per Raimondo non ci sono dubbi. Perché ha visto quella “sostanza bianca” tra le zolle di terra della collina dove pascolano i suoi capi: “Quando nevicava iniziava come a bollire, sembrava che stava friggendo”.
Tra Colleferro e Frosinone, lungo la via Latina, esiste uno dei poli chimici e industriali più grandi d’Italia. C’è la Avio, industria specializzata nella produzione di razzi e missili per uso spaziale; c’è la Simmel, ex Bdp, produttrice di armi e munizioni – testati anche a Salto di Quirra, il poligono sardo considerato responsabile di metà dei tumori dell’area. Oltre a decine di industrie, magazzini e stabilimenti chimici, che dagli anni ’60 ad oggi hanno scaricato scorie nel terreno e nell’acqua del Sacco. L’agente chimico considerato responsabile del disastro eco-sanitario è impronunciabile: beta-esaclorocicloesano. Sostanza base del Lindano, pesticida largamente usato negli anni ’70 e ’80 e vietato, in quanto nocivo, nel 2001. Nel 2006 è stato dichiarato lo “stato di emergenza socio-economico-ambientale” per la Valle del Sacco, in seguito ad una interpellanza parlamentare: è tutt’ora attivo, ma la bonifica – ancora in corso – non dà i risultati sperati.
Sindaco e autorità sanitarie smentiscono tutto. “Si è inventato tutto quel pecoraio”, tuona il primo cittadino di Colleferro Mario Cacciotti, Pdl. “Non sono mai stato contattato – racconta – non so nulla di questa storia”. I responsabili Asl assicurano che “non sono stati mai rilevati casi eccezionali di patologie sospette, né la presenza di sostanze nocive o particolari, mentre si è evidenziata una non proprio ottimale gestione dell’allevamento in questione”. Insomma, la colpa è del pastore, non del mancato allarme di cui sarebbe responsabile l’Asl stessa. Nè dell’ente di bonifica, non troppo attento a ripulire il terreno e a monitorarlo adeguatamente. Il Commissario dell’Ufficio per l’Emergenza ambientale della Valle del Sacco dott. Di Palma, giura che la bonifica è stata fatta a regola d’arte, prosegue a pieno ritmo e “ad oggi garantisce il non inquinamento della Valle del Sacco fino alla confluenza del fiume Liri”.
Ognuno protegge il suo orto, ma non il campo del vicino. E ci sta così attento che lo difende con i denti dalle calunnie. I legali del Comune stanno valutando se denunciare la Rai – che lunedì sera aveva lanciato l’appello video di Fadda in prima serata – “per aver nuociuto gravemente alla città, con i servizi mandati in onda senza alcun contraddittorio“, e quindi, secondo il sindaco, “mancando di fare una giusta e corretta informazione pubblica”. Intanto i veleni continuano a scorrere nel Sacco, sulle sue rive, nei campi, nelle colline, nell’erba dei pascoli, nell’aria…
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Trovo incredibile che ci sia bisogno di “contraddittorio”…basta guardare il video.Il comune invece di smentire che trovi una soluzione e dimostri un po di solidarieta e di compassione per quelle persone, bambini e gli animali.
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” AMBIENTE:VALLE SACCO;MARTINI,NO INQUINAMENTO ANIMALI MORTI (ANSA) –
ROMA, 2 FEB – Dalle prime analisi sugli animali morti nell’allevamento
di Colleferro non risultano presenze di inquinanti. Lo ha riferito il
sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, al termine di una
riunione al Ministero con i Nas, la direzione generale dei servizi
veterinari del ministero e i responsabili della regione Lazio. In tutto
sono deceduti tre ovini nel gennaio del 2011 e 14 animali nel 2010. Gli
esami sul latte di questi animali e sul loro corpo non hanno rilevato
la presenza dell’inquinante che ha contaminato la Valle del Sacco.
”Altri esami batteriologici sono ancora in corso – ha spiegato Martini
– e se emergeranno nuovi elementi saranno presi i provvedimenti
necessari”. L’allevamento dove sono morti gli animali e’ in una zona
adiacente ma esterna alla zona inquinata e delimitata per inquinamento.
(ANSA).” -
ecco un’altra agenzia
SALUTE: MARTINI, NESSUNA NUOVA CONTAMINAZIONE IN VALLE SACCO (ASCA) –
Roma, 2 feb – ”Allo stato attuale, ma le analisi sono ancora in corso,
non ci sono evidenze di una nuova contaminazione da beta-
esaclorocicloesano (sottoprodotto di sintesi del lindano, pesticida
usato fino a 40 anni fa) al di fuori dell’area sotto inchiesta gia’
perimetrata come area contaminata”. Lo ha assicurato il
sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, dopo un vertice avuto
al ministero con i Nas, la Asl competente, i servizi veterinari della
Regione Lazio, l’istituto zoopriflattico del Lazio e il commissario
della Valle del Sacco. La zona nei pressi di Colleferro (Roma) e’
tornata agli onori delle cronache dopo che un allevatore locale,
Raimondo Fadda, ha denunciato la moria delle sue percore. La valle del
Sacco pero’ non e’ nuova ad allarmi di questo genere perche’ una parte
del territorio e’ stato gia’ dichiarato contaminato da pesticidi e
delimitata come area a rischio. Ma, ha spiegato Martini,
”l’allevamento di Raimondo Fadda e’ fuori da quest’area, si trova
nella localita’ Collelepre, 40 ettari di terreni per un allevamento di
1.100 capi. Nel 2010 sono stati denunciati 14 ovini morti, un numero
nella norma, e a gennaio sono tre i capi dichiarati deceduti”. Ma
l’area a rischio, contigua a questo terreno, ”il commissariato ci dice
essere da un po’ di tempo perimetrata perche’ altamente contaminata da
prodotti chimici”. Dunque gli animali non dovrebbero avervi accesso
per il pascolo. Intanto sono in corso le analisi. Il 31 gennaio, ha
riferito il sottosegretario, ”sono state prelevate le carcasse di
agnelli e percore e ieri sono stati effettuati prelievi di latte, orzo,
acqua e prelievi ematici sugli animali”. Dagli esami fatti sul latte
”la presenza di beta-esaclorocicloesano e’ risultata negativa e dalle
autopsie sugli animali e’ stata riscontrata polmonite, gastroenterite
emorragica e malnutrizione. Sono ora in corso accertamenti
batteriologici e se emergeranno nuovi elementi verranno presi i
provvedimenti necessari”. -
Intanto i tumori restano..”povero” Sindaco.
Ma come fa la gente a votare ancora qualcuno del PDL?
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