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Diritto di critica | April 19, 2024

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Lampedusa: «distribuire preservativi ai migranti» - Diritto di critica

Malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate e conseguenti aborti, spesso in strutture non adeguate: questi i rischi evidenziati per Lampedusa da Nicola Surico, presidente della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo) nel corso di un incontro tenutosi il 30 marzo sulla contraccezione tra le donne immigrate e le condizioni sanitarie attuali dell’isola. La soluzione auspicata sarebbe la distribuzione di preservativi e in generale di contraccettivi sia maschili che femminili, per tentare di arginare il pericolo di epidemie di malattie a trasmissione sessuale quali potrebbero essere l’HPV (Human Papilloma Virus) o la sifilide: un pericolo stimato in una percentuale dell’8-10%. «Così come sono distribuite le sigarette, sarebbero da consegnare anche i preservativi – ha affermato Surico a margine dell’incontro – da parte dei volontari, del sistema sanitario nazionale e dei medici della Protezione Civile, sia tra gli uomini che tra le donne. E’ infatti possibile che il 10% delle donne sbarcate a Lampedusa passerà nei nostri ospedali per infezioni o gravidanze indesiderate e in queste condizioni – ha aggiunto – solitamente pensano di ricorrere all’aborto».

Le condizioni igienico-sanitarie a Lampedusa sono state definite “disperate” e nonostante le promesse del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – che ieri ha annunciato ai residenti la liberazione dell’isola dagli immigrati nel giro di 48-60 ore e la loro ripartizione in altri centri sul territorio italiano (la nave Excelsior è partita anche stamattina alla volta di Taranto, con a bordo 1.500 tunisini da trasferire, mentre la Catania sta attuando le operazioni di imbarco e dovrebbe partire in mattinata)- la situazione resta tragica, tanto più che altre navi sono in arrivo dalle coste nordafricane: problemi di approvvigionamento e distribuzione del cibo, tensioni con gli abitanti dell’isola ormai quasi al collasso e rischio di diffusione di malattie infettive a causa del sovraffollamento di migliaia di persone in condizioni precarie.  I servizio di Enrico Fierro sul Fatto Quotidiano di domenica 27  e lunedì 28 marzo raccontavano infatti di gabinetti intasati, bagni chimici collassati, centinaia di persone ammassate sui porti, nel Cie o dove capita, giacigli all’aperto di teli di plastica, cartone e coperte bagnate: «il molo – si legge nel servizio di lunedì – si presentava nelle condizioni di una favela con la gente costretta a dormire per terra avvolta finanche nei sacchi neri della spazzatura, riparata sotto i camion parcheggiati, accucciata come cani sotto tende improvvisate sulla collina ormai ribattezzata Darfur».

E a questo dramma si aggiunge quello delle donne, ancora una minoranza sul numero degli immigrati sbarcati negli ultimi giorni a Lampedusa. Ma l’isola, denuncia la Sigo, non è attrezzata per venire incontro a simili esigenze:  mancano infatti ginecologi e mediatori culturali, del cui arrivo dovrebbero occuparsi i servizi sociali e sanitari territoriali, e l’assistenza ospedaliera non è adeguata al numero spropositato di migranti che al momento si trova ammassato sull’isola. «Mancando un ospedale attrezzato,- ha aggiunto Surico, – le donne in gravidanza devono essere trasportate altrove».

+++ E’ nato l’Osservatorio indipendente sulla crisi del Nord Africa e a Lampedusa, gestito dai giornalisti di Diritto di Critica in partnership con Caritas-Europa. Ecco la pagina Facebook:http://www.facebook.com/pages/Peoples-Uprising-in-Northern-Africa-What-does-Caritas-do/193732627332379

Comments

  1. BENITO

    MOLTO INTERESSANTE….
    DOBBIAMO SPENDERE ANCHE IN PRESERVATIVI…
    ..
    NON SOLO GLI DIAMO I PASTI L’ALLOGGIO
    DOBBIAMO ANCHE SPENDERE PER QUANDO FANNO SESSO…

    NON CAPISCO SONO AMMUCCHIATI COME FANNO SESSO ..?
    (come gli animali)

    unica cosa da fare fare sarebbe una visita medica appena arrivati sulla nostra terra