Italians - Il miraggio del Nordafrica. L'odissea degli italiani di Libia - Diritto di critica
La colonizzazione della Libia. Ma è la Libia ad accogliere il più alto numero di connazionali, a partire dagli anni Trenta del Novecento. Per affermare la magnificenza dell’Impero fascista, Mussolini decide infatti di realizzare una folta comunità di italiani nella colonia nordafricana, imponendo l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole libiche e creando industrie ed infrastrutture, come pubblicità vivente del suo regime. Nel 1938 partono i primi ventimila coloni, spinti dalla propaganda fascista che prometteva terre fertili e prospettive di ricchezza. Nel 1940 gli italiani in Libia sono quasi 120mila, concentrati soprattutto nella zona tra Bengasi e Tripoli. Tra di loro veneti, calabresi, siciliani, contadini della Basilicata. Dopo la seconda guerra mondiale tutto cambia. La perdita della Libia da parte dell’Italia costringe molti nuclei familiari a ritornare in patria, lasciandosi dietro le macerie di un Paese che per loro era diventato una nuova casa. E che ora chiede il conto di anni di guerre e colonialismo. Negli anni Sessanta gli italo-libici sono solo 30mila, e il governo della Libia indipendente, dopo vari contenziosi con Roma, vende il 70% dei poderi italiani ai cittadini libici.
Una causa ancora aperta. Oggi la questione degli emigrati italo-libici è ancora aperta, dopo quarant’anni. L’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia, fondata a Roma nel 1972, lotta incessantemente per far valere i diritti degli esuli, che hanno perso beni per un valore totale di quasi 3 miliardi di euro (400 milioni di lire dell’epoca). Dopo il famoso trattato di amicizia del 2008 tra il governo italiano e il raìs libico, il decreto legge del febbraio 2009 ha stabilito un indennizzo per i profughi di 150 milioni di euro in tre anni (entro il 2012, quindi). L’iniziale mancata firma del decreto attuativo, però, ha prolungato i tempi, e i risarcimenti sono stati attivati solo in minima parte.
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Una sola imprecisione: Lasciandosi dietro le macerie di un Paese che per loro era diventato una nuova casa.
Nessuna Maceria, gli Italiani hanno lasciato strade, palazzi, industrie e soprattutto scatola di sabbia trasformata in moltissime parti in poderi Agricoli che producevano frutta, verdura cereali che venivano persino esportati in Italia.
Poi nel 1970 c’è stata una vera e propria espulsione di tutti gli Italiani (gli Ebrei indipendentemente dalla Nazionalità erano già stati cacciati prima di Qaddafi).-
Caro Jerry, grazie per l’appunto, ma quando ho parlato di “macerie” mi riferivo alle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale.
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