“La Croce Rossa sarà privatizzata”. Duemila dipendenti a rischio licenziamento

La Croce Rossa Italiana sarà privatizzata, i dipendenti precari non vedranno rinnovati i loro contratti. Secondo la bozza di manovra economica presentata ieri nella preriunione del Consiglio dei Ministri, a decorrere dal primo gennaio 2012 “viene privatizzata la Croce Rossa Italiana e il personale non militare rischia di essere posto in mobilità. Verranno invece risolti entro l’anno tutti i contratti a termine“. E’ quanto si legge nella bozza della Manovra finanziaria. Da tale giorno l’ente “ha propria personalità giuridica di diritto privato e piena capacità giuridica e patrimoniale per il raggiungimento dei suoi fini” e “si configura come ausiliaria e collaboratrice delle P.A. nelle attività umanitarie e sociali messe in atto da quest’ultime”. La ‘vecchia’ Cri verrà messa in liquidazione e “il personale civile con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato”, se “non assunto, su chiamata e con il proprio consenso, è posto in mobilità”.

Il conto è presto fatto. I tagli coinvolgeranno almeno 1600 dipendenti civili e circa 300 militari, tutti con contratto a tempo determinato, a fronte di 1.300 dipendenti effettivi che verranno messi in mobilità. Un’ecatombe sociale che rischia di mettere a dura prova anche i servizi di emergenza-urgenza assicurati in numerose città italiane dalla CRI. “Si sta parlando di 1.600 famiglie che dopo il 31 dicembre non avranno più un lavoro – spiega una dipendente precaria alla manifestazione in piazza Montecitorio – I buchi di bilancio non li abbiamo fatti noi ma a pagarne le conseguenze saremo noi precari”.

Un capitolo a parte meritano invece i militari: molti di loro sono già stati disolcati in diverse regioni italiane, in base al piano di “riordino” a cui il Commissario Francesco Rocca sta lavorando da due anni. Per loro si parla di un ritorno sotto l’ala protettrice del Ministero della Difesa, in barba a quel principio di “indipendenza”, cardine delle attività della Croce Rossa.

“Si è arrivati – conclude l’Unione sindacale di base della CRI – a ridurre un’Associazione e un Ente glorioso come la C.R.I., ad una vecchia prostituta il cui unico obiettivo è quello di far cassa infischiandosene se poi ci rimettono i poveri malati, disabili, lavoratori”.

 

 

Di Emilio Fabio Torsello

Giornalista professionista, 30 anni, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel 2006. Mi occupo di tematiche inerenti la legalità, la cronaca giudiziaria (imparando dal "maestro" Roberto Martinelli), l’immigrazione e la politica. Collaboro con il mensile Narcomafie, con alcune testate del Gruppo Sole 24 Ore e in particolare con Il Sole 24 Ore del lunedì e Il Sole 24 Ore "Roma", con Il Fatto quotidiano e con Roma Sette (Avvenire). In passato ho lavorato (stage) presso la redazione Ansa di Bruxelles e ho collaborato con la redazione aquilana dell'AGI e con il portale del sole 24 Ore, Salute24. Sono l'autore del blog EF's Blog, sulla piattaforma Wordpress

6 commenti

  1. Finalmente i Presidenti di Comitato non avranno più l’ala protettrice di Pubblico Ufficiale . Risponderanno di tasca propria per lo sperpero delle entrate.

  2. Pingback: Non ho parole ...

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