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Diritto di critica | May 1, 2024

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No all'abolizione delle province, respinta la proposta dell'Idv - Diritto di critica

No all’abolizione delle province, respinta la proposta dell’Idv

“Eliminare gli sprechi”, “cancellare gli enti inutili” eccetera, eccetera. Il governo e l’opposizione si riempiono la bocca di parole che fanno ben sperare. Ma poi quando i parlamentari votano è tutta un’altra storia. Così le inutili e costosissime province non si toccano. Con i voti contrari del Pdl e la decisiva astensione del Pd, la Camera ieri ha respinto la proposta di legge presentata dall’Idv.

Le opposizioni divise. Ed è subito polemica. Le opposizioni si ritrovano divise di fronte ad una norma di buon senso. Ma, si sa, è un problema di poltrone. Il Pd ne ha molte nelle varie province e rinunciarci potrebbe creare l’ennesimo psico-dramma democratico. A votare a favore, invece, oltre al partito di Antonio Di Pietro, anche il Terzo Polo di Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini

Il voto. In particolare, la Camera ha respinto in prima battuta l’articolo 1 della proposta di legge costituzionale che abrogava parzialmente l’articolo 114 della Costituzione, cancellando la parola «province» dal Titolo V della Carta fondamentale. I voti contrari sono stati 225, 83 quelli favorevoli, 240 gli astenuti. Il comportamento del Pd è stato decisivo: le province sono salve, per ora.

Di Pietro furioso, Casini deluso. “Si è verificato un tradimento generalizzato degli impegni e dei programmi elettorali fatti da destra a sinistra” ha dichiarato a caldo Di Pietro. “Tutti hanno fatto a gara nel far sognare gli italiani sul fatto che si sarebbe tagliata la casta eliminando le province e poi non hanno mantenuto gli impegni. In aula si è verificata una maggioranza trasversale: la maggioranza della casta”. Ma contro il Pd si scaglia anche Casini: “Mi dispiace molto perché il Pd ha perso l’occasione per fare una cosa saggia, visto che se avessero votato a favore il governo sarebbe andato in minoranza”.

Le giustificazioni del Pd. Ma Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, respinge le accuse: “Non ci facciano per favore tirate demagogiche, noi abbiamo una nostra proposta che prevede di ridurre e accorpare le province ma bisogna anche dire come si fa, perché le province gestiscono un certo numero di cose importanti, come ad esempio i permessi per l’urbanistica”. E tanti, troppi soldi.

Comments

  1. petrus

    invece di abolire 110-120 provincie che hanno funzioni poco chiare e poteri limitati si deve procedere con riforme di poteri inoltre si potrebbero accorpare in 60-70 provincie e inoltre accorpare i piccoli piccolissimi e medio piccoli 5000 comuni esistenti su 9000 infatti con lo strumento delle unioni dei comuni è sottoutilizzato con l’economia di costi generata lo spreco sarebbe annullato ;comunque molti comuni falliranno e saranno costretti ad unirsi inoltre le regioni dovrebbero essere accorpate abbruzzo-i e molise uniti marche e umbria inglobati e pure val d’aosta e piemonte magari con la liguria anche trentino+ friuli e veneto insieme e puglia basilicata pure magari dando loro statuti speciali o con federalismo avanzato vero e infine abolire i consorzi di bonifica e creare le citta metropolitane vere come all’estero il district of columbia l’austalian capital territory il distretto di brasilia o il distretto di amburgo o di londra o di parigi con poteri normativi e legislativi tipo mini regioni