Ministeri al Nord, il Tribunale di Roma li cancella - Diritto di critica
Niente ministeri al Nord, il tribunale di Roma li ha cancellati. A svelarlo è l’Adnkronos che spiega come sia stato accolto un ricorso dei sindacati della presidenza del Consiglio (Sipre). Per bocca del presidente del consiglio direttivo, Alfredo Macrì, questi ultimi spiegano di aver saputo «dell’istituzione delle sedi a Monza dai giornali e dai tg» e che «la decisione era stata adottata e portata avanti senza coinvolgere le organizzazioni sindacali o attivando, come previsto dalla legge, informazione preventiva e concertazione prima di procedere» al taglio del nastro, trasformatosi l’estate scorsa in una vera e propria festa leghista.
Tutto annullato, dunque, per condotta antisindacale dal giudice Anna Baroncini che silura il progetto federalista di Bossi sul fronte delle sedi decentrate dei Ministeri inaugurate nel luglio scorso. L’agenzia, inoltre, fa sapere di essere in possesso dei documenti che attestano la decisione del giudice. Il decreto, afferma Macrì, stabilisce “la chiusura delle sedi periferiche affidate ai ministri Bossi e Calderoli”, rispettivamente “un dipartimento e una struttura di missione”.
La sentenza – spiega l’Adnkronos – in realtà si limita ad annullare gli effetti dei provvedimenti che sono stati adottati con condotta antisindacale. “Di fatto – precisa Macrì – le sedi periferiche cessano di essere strutture della presidenza del Consiglio. Noi – puntualizza – ci eravamo spinti più in là, chiedendo l’annullamento dei decreti istitutivi. Ma questo tipo di decisione è stato rinviato al giudice amministrativo. Tuttavia, la sentenza depositata oggi ci dà ragione e rende ‘inagibili’ le sedi di Monza”. ”Se decideranno di ignorare questa pronuncia e continueranno ad avvalersene – avverte Macrì – siamo pronti a ricorrere anche al giudice amministrativo. Siamo stufi di regole che vengono puntualmente disattese, non ne possiamo più”.
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La lega e i leghisti una masnata di delinquenti.
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