Quando i politici dimenticano il bon ton e aggrediscono i giornalisti - Diritto di critica
Lo chiamano imbarbarimento della politica. Si tratta, però, in realtà esclusivamente di maleducazione. Solo qualche anno fa, tra i vaffa di Beppe Grillo e i “coglioni” di Berlusconi pensavamo di aver raggiunto il fondo. Pensavamo.
Il Cavaliere più bello che intelligente. Poi il Cavaliere è riuscito a battere se stesso. “Signora Bindi, lei è sempre più bella che intelligente”, disse alla presidente del Partito democratico durante la trasmissione di Bruno Vespa nell’ottobre 2009. Una caduta di stile pessima e soprattutto inedita per un capo del governo italiano. Ma a volte può succedere: il nervosismo gioca brutti scherzi.
Crosetto e la politica del coatto. Ma il capo del governo ha fatto scuola. Soprattutto tra i suoi fedelissimi. E quando il clima si fa rovente riescono a dare il meglio di loro. Il primo ad andare fuori giri è stato Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa. Durante la trasmissione condotta da Corrado Formigli, Piazza Pulita, di fronte ad un’osservazione del conduttore, il politico, dotato di enorme stazza, si alza in piedi e puntando il dito quasi al petto dell’ex inviato di Anno Zero intima: “Stai zitto”. A parte l’inusuale modo di dare del tu al proprio interlocutore, sono i modi da bullo di periferia che lasciano perplessi. La tensione sale, il governo traballa sempre più. Così Crosetto, giovedì scorso ad Omnibus La7, dà una nuova lezione di bon ton. La giornalista Antonella Rampino de La Stampa interviene in diretta criticando l’operato del governo. “La prossima volta si faccia eleggere”, risponde l’imponente sottosegretario. La Rampino non demorde: “Voi fate eleggere le spogliarelliste del premier”. A questo punto, durante la pausa pubblicitaria, Crosetto la offende: “A te non ti spoglierebbe nessuno”. La giornalista, tornata in diretta, spiega di essere stata insultata e lascia lo studio, invitando Crosetto ad avere il coraggio di ripetere la battuta davanti alle telecamere. Eh, cosa combina il nervosismo.
Stracquadanio, paroliere dell’insulto. Ma in assoluto, il campione del bon ton politico è certamente Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl, che la scorsa settimana si è distinto con l’ennesima aggressione alla stampa. “Vi prenderemo a calci nel culo”, si rivolgeva così Umberto Bossi ai giornalisti solo due settimane fa. Poi i calci leghisti non sono arrivati. Ma Stracquadanio, accogliendo l’invito del Senatur, è passato dalle parole ai fatti aggredendo la troupe di Piazza Pulita, colpevole di rivolgergli una domanda in mezzo alla strada. Si avvicina al cameraman è gli intima di spegnere la telecamera. “Stiamo lavorando”, gli dice qualcuno della troupe. “No, rompete i coglioni”, risponde il fine deputato. E ancora al telefono commenta: “E che cazzo, non si può nemmeno andare a mangiare fuori in questa città di merda (Roma – ndr)”. Poi apostrofa il cronista e il conduttore Formigli, dandogli dei “coglioni”. Chiama la polizia e poi si rivolge al giornalista: “Lei meritava che gli spaccassi un braccio”. E, ciliegina della torta, aggredisce l’operatore e danneggia la telecamera. Preparate la camomilla, sono tempi duri.
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