La dittatura degli ascolti: la Rai costretta a chiudere “90° minuto” - Diritto di critica
L’appuntamento atteso per milioni di ‘italiani pallonari’ la domenica pomeriggio, intere generazioni davanti allo schermo televisivo per ammirare le gesta calcistiche dei propri beniamini. Il tutto condensato in una trasmissione di 50 minuti, dove immagini ed emozioni si fondono in un perfetto mix e il linguaggio calcistico assurge a ruolo di collettore tra lo spettatore e l’evento sportivo. “90° minuto”, icona di un calcio che non c’è più, ideato da Maurizio Barendson, Paolo Valenti e Remo Pascucci e capace di far registrare ascolti da record (con punte di 20 milioni), rischia di andare in pensione forzata. Le logiche commerciali della televisione hanno vinto su tutto, specie in uno sport a corto di finanziamenti.
Sky e Mediaset, le uniche realtà a proferire parola quando si argomenta in tema di diritti tv (la Lega incasserà 800 milioni di euro l’anno fino al 2015), hanno imposto anche in Italia un calcio modello ‘Premier League’: partite di campionato dal venerdì (anticipo alle 20:45) al posticipo del lunedì (analogo orario), passando per gare del sabato e della domenica. Il tutto, per una logica che esalta, coccola e dilata l’evento sportivo, prolungando al massimo l’attenzione morbosa del tifoso. E se si pensa che le partite delle massime competizioni continentali per club si svolgono durante la settimana (Uefa Champions League e Europa League, senza parlare dei turni infrasettimanali di campionato del mercoledì), non si può non riconoscere che il calcio di una volta è scomparso da un pezzo. Almeno dall’avvento delle televisioni commerciali e dalla vendita dei diritti televisivi criptati, assegnati a TELE+ nella stagione 1993-1994.
Di strada, 90° minuto ne ha fatta. Maurizio Barendson, uno dei fondatori, racconta così a ‘TV Sorrisi e canzoni’ l’origine della trasmissione: “Novantesimo nacque come una piccola cosa. Valenti e io partimmo da un’idea in un certo senso concorrenziale. Come uomini di televisione, non c’ era sfuggita la sproporzione, fin troppo evidente sul piano informativo, fra radio e Tv rispetto al campionato di calcio e allo sport in genere. La radio – sottolinea Barendson – doveva buona parte del suo orgoglioso rilancio proprio allo sport e specialmente a ‘Tutto il calcio minuto per minuto’, che è un perfetto esempio di trasmissione-staffetta, mentre la televisione, avendo costruito il suo successo sulla potenza delle immagini, si era un po’ adagiata sugli allori. Bisognava rompere quegli schemi”. Il programma, iniziato in sordina, con una semplice lettura di risultati, qualche telefoto e un paio di filmati, nel tempo rivelò le sue enormi potenzialità.
Domenica 27 settembre 1970 andò in onda la prima puntata, in occasione dell’avvio di campionato. Paolo Valenti, uno dei conduttori storici, era stato anche protagonista nel 1967 di una memorabile radiocronaca del match Benvenuti-Griffith dal Madison Square Garden di New York. Barendson era il caporedattore dello sport nella trasmissione e commentava spesso gli avvenimenti sportivi. Pascucci era il ‘terzo uomo’, il braccio che si muoveva dietro le quinte. Il programma, della durata iniziale di dieci-quindici minuti, fece registrare ascolti sempre maggiori, anche grazie alla qualità delle immagini e alla realizzazione di servizi giornalistici, soprattutto dalle sedi di Roma e Milano. Nasce quello che sarà chiamato il ‘teatrino di 90° minuto’, che renderà famosi, tra gli altri, inviati come Tonino Canino da Ascoli, Gianni Vasino da Milano, Luigi Necco da Napoli e Franco Strippoli da Bari. Oltre ai conduttori, Fabrizio Maffei e Giampiero Galeazzi. La domenica ‘pallonara’, una volta, si chiudeva in seconda serata con la tanto agognata ‘Domenica Sportiva’, leggendaria trasmissione nata in contemporanea alla televisione in Italia (la Rai iniziò a trasmettere il 3 gennaio del 1954 e proprio quel giorno andò in onda la prima puntata della DS).
Ora in dirigenti Rai stanno valutando se sospendere o meno 90° minuto, anche se questa sarebbe la seconda volta nella storia. Già nel 2005, dopo che Mediaset si era aggiudicata i diritti in chiaro del campionato, il popolare programma traslocò su Rai 3, cambiando denominazione in ‘90° minuto – Serie B’. Dal 2008 la trasmissione è tornata nel palinsesto tv (seppure su Rai 2), facendo registrare risultati dignitosi, ma non esaltanti. Alle 18:10 il tifoso ha già visto tutto su Sky o Mediaset ed è poco interessato agli approfondimenti. Ad oggi, la Rai ancora non si è aggiudicata i diritti in chiaro per la Serie A dal 2012 al 2015 e si è arrivati alle trattative private. Potrebbe esserci, da parte dell’ azienda di viale Mazzini, un’offerta al ribasso per tenersi la Domenica Sportiva e la ‘Giostra del Gol’, trasmissione che riscuote un grande successo tra gli italiani all’estero. Se si considera che dall’anno prossimo la televisione pubblica non trasmetterà più le partite in diretta di Champions League (esclusiva di Sky e Mediaset) e che le pay-tv sono interessate anche all’acquisizione della Coppa Italia, il quadro che ne emerge è preoccupante.
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