Immigrazione: se a deludere sono i Governi nazionali - Diritto di critica
Preoccupazione ma anche ottimismo su una futura integrazione, mancanza di risposte adeguate da parte dei Governi nazionali e richiesta di politiche concrete agli organi sovranazionali: questo l’approccio di americani ed europei nei confronti dell’immigrazione secondo il rapporto “Transatlantic Trends 2011 – Immigration”.
L’indagine – presentata il 15 dicembre – è stata condotta dal German Marshall Fund degli Stati Uniti, dalla Compagnia di San Paolo (Italia) e dal Barrow Cadbury Trust del Regno Unito, con la collaborazione della Fondazione BBVA, spagnola, e ha preso in esame un campione di mille persone maggiorenni negli Stati Uniti e in cinque Paesi Europei (Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania e Italia): si tratta di un’indagine sull’opinione pubblica che prende in considerazione molteplici aspetti delle tematiche legate a immigrazione e integrazione, compresi l’impatto sul mercato del lavoro e sui salari della manodopera straniera e la risposta dei governi alle suddette problematiche.
Il dato più significativo che emerge dalla ricerca 2011 è la sostanziale stabilità dei punti di vista circa la questione “immigrazione” rispetto agli anni passati. La percezione dell’immigrazione come un problema, infatti, non è cambiata che sensibilmente negli ultimi anni, nonostante il forte impatto della crisi economica sul mercato del lavoro e della Primavera Araba, percepita nei Paesi europei quasi come una minaccia: il 52% degli europei e il 53% degli americani continua a vedere nell’immigrazione non una risorsa, ma una difficoltà. Un dato, a dire il vero, cresciuto di poco dal 2008 ad oggi. Al tempo stesso, tuttavia, la maggioranza degli intervistati (52% negli Usa, il 56% in Ue) si è detta ottimista sulle prospettive future di integrazione degli immigrati e sono alte le percentuali di chi è disposto ad accogliere un maggior numero di stranieri il cui livello si istruzione sia medio o medio-alto.
Negativo è invece il giudizio sulla gestione dell’immigrazione da parte dei Governi: e se negli Stati Uniti il 54% degli intervistati preferirebbe che fosse l’autorità federale a occuparsi della questione “immigrazione” piuttosto che le autorità statali o locali, anche nel Vecchio Continente la tendenza non cambia, sebbene con forti disparità tra gli Stati dell’Europa meridionale e quelli dell’Europa settentrionale. Il 60% degli italiani e il 51% degli spagnoli, infatti, vorrebbero che fosse l’Unione Europea a farsi carico della gestione dei flussi migratori tra i vari Paesi (numeri in aumento, dato che nel 2010 le percentuali erano rispettivamente del 47% e del 34%), così come l’88% degli italiani si è dimostrato favorevole alla ripartizione europea degli oneri nella gestione dei flussi provenienti dal Nord Africa a seguito della Primavera Araba.
«La politica dovrebbe prestare attenzione ai risultati di questa ricerca – ha affermato il presidente del German Marshall Fund Craig Kennedy -. L’indagine infatti rivela come anche nei periodi difficili dal punto di vista politico ed economico gli americani e gli europei mantengano opinioni stabili circa l’immigrazione, ma siano frustrati e delusi da come i propri Governi stanno gestendo la questione».