Immigrazione in Europa, specchio di un continente che cambia - Diritto di critica
Europa, continente in movimento, da terra di emigranti a terra di immigrati. Non solo clandestini e non solo “scomodi”, nonostante gli spauracchi sbandierati dalle varie correnti nazionaliste – più o meno forti – che si agitano nel ventre del Vecchio Continente: anzi, sarebbe proprio l’immigrazione il “fattore x” che in un futuro potrebbe salvare i Paesi europei dal progressivo invecchiamento. Ad evidenziare questi trend è il rapporto 2011 su immigrazione, asilo e libertà di movimento nell’Ue presentato venerdì dal Commissario europeo per gli Affari Interni, Cecilia Malmstrom.
Il rapporto. Secondo il rapporto, infatti, sono circa 20,2 milioni gli extracomunitari legalmente immigrati nell’Unione Europea, pari a circa il 4% della popolazione totale dei 27 Paesi ( che si aggira sui 502,5 milioni di persone) e al 9,4% dei 214 milioni di migranti regolari riconosciuti nel mondo. «In prospettiva – ha affermato la Malmstrom – l’Unione Europea ospiterà il 20% degli emigranti mondiali, che rappresenteranno il 13% della popolazione europea»: un dato non trascurabile e dall’enorme potenziale sociale e lavorativo, soprattutto in un continente dove, come scrive il rapporto «anche con un tasso di disoccupazione attorno al 10%, molti Stati membri sperimentano carenze di forza lavoro e di capacità in diversi settori e per diverse ragioni».
Immigrazione irregolare. A questi dati se ne aggiungono tuttavia altri, quelli relativi all’immigrazione clandestina: numeri che, in questo caso, variano tra i 2 e i 4,5 milioni di persone, anche se «per definizione non possono esserci statistiche precise» ha continuato il Commissario, ammettendo che «quella illegale continua ad essere una componente importante dell’immigrazione nell’Unione europea». Su questo fronte, il rapporto evidenzia come nel 2011 l’accesso all’Unione Europea sia stato negato a 343.000 persone (cifra in calo del 13% rispetto all’anno precedente), mentre altre 468.500 sono state fermate dopo essere riuscite a entrare illegalmente. Anche in questo caso c’è stata una leggera flessione rispetto al 2010, quando i fermi erano stati 505.000.
Richieste d’asilo. Per quanto riguarda invece le domande di asilo, nel 2011 esse sono salite a 302.000, con un aumento del 16,2% rispetto all’anno precedente ma ancora molto al di sotto rispetto al picco di 425.000 che si era verificato nel 2001. Un sistema, quello europeo delle domande d’asilo, che la Commissione europea sta tentando di riformare entro l’anno: fondamentale, secondo Cecilia Malmstrom, sarebbe un’armonizzazione delle regole, perché « attualmente è una lotteria, in cui uno stesso richiedente asilo in un paese ha il 70% di possibilità di essere accolto e in un altro paese ne ha solo una su cento». E in cui – almeno stando ai dati riportati nel rapporto e confermati dal Commissario – dieci Paesi (Italia, Francia, Germania, Belgio, Svezia, Regno Unito, Olanda, Austria, Grecia e Polonia) ricevono il 90% delle richieste di asilo: «quindi –ha aggiunto la Malmstrom – ci sono 17 paesi che potrebbero fare molto di più».
Il parere degli europei. Il rapporto è stato accompagnato da un sondaggio Eurobarometro, secondo cui il 68% degli europei pensa che gli immigrati regolari dovrebbero godere degli stessi diritti dei cittadini comunitari. Tuttavia, solo il 42% ritiene che l’immigrazione andrebbe incoraggiata per fronteggiare il calo demografico e le carenze di forza lavoro e solo un altro 53% considera l’immigrazione arricchente dal punto di vista economico e culturale per i Paesi che la ricevono. Al tempo stesso, secondo la stragrande maggioranza degli europei (80%) l’Unione dovrebbe aumentare l’assistenza agli Stati come l’Italia o Malta per gestire l’immigrazione irregolare e suddividerne i costi tra tutti e 27 gli Stati membri.
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