Under 30 a casa con mamma. Sono più del 60%
Non chiamateli più bamboccioni. Il “vorrei crescere ma non posso” è il vero dramma di una generazione abbandonata dalla politica e sostenuta dai genitori. Il 60,7% degli under 30 vive ancora con mamma e papà. Ma attenzione, non va molto meglio per i più “anziani”: il 25,3% tra i 30 e i 45 anni vive ancora con i genitori. A volte si tratta di una scelta. Spesso è una vera e propria necessità. Oggi l’aspirazione di un trentenne è quella di conquistare un contratto a progetto da 800 euro. Uscire di casa? Impossibile. Altro che generazione 1.000 euro.
Tutti in famiglia. Questa è la drammatica situazione fotografata dal rapporto Coldiretti/Censis “Crisi: vivere insieme, vivere meglio”, dal quale emerge anche che se coabita con la madre il 31% degli italiani, il 42,3% ha comunque la madre che abita nei pressi della propria casa. Inoltre, oltre la metà degli italiani (54%) ha i propri parenti stretti residenti in prossimità, a un massimo di mezz’ora a piedi della propria abitazione. Questa necessità di vicinanza riguarda non solo gli under 30 (il 26,4% abita in prossimità della casa materna), ma anche le persone di età compresa tra i 30 e i 45 anni (il 42,5%), e addirittura i più anziani con età compresa tra i 45 e i 64 anni (il 58,5%).
Chi rimane e chi ritorna. Insomma, in tempo di crisi, la famiglia diviene l’unico welfare sostenibile in Italia. Gli under 30 disoccupati o con stipendi minimi e le giovani madri che non riescono a mantenere un lavoro a causa di gravidanze e necessità di accudire i figli (se nel 2003 rappresentavano il 2% delle interruzioni volontarie di lavoro, nel 2009 sono diventate l’8,7%) si rivolgono ai propri genitori per sopravvivere. In tanti non sono mai riusciti a staccarsi da mamma e papà, continuando a vivere una vita da eterni adolescenti. Altri sono addirittura tornati a casa, umiliati e senza speranza.
E Benetton punta sui giovani. Intanto, Alessandro Benetton lancia un segnale di speranza. In arrivo la nuova campagna della sua Unhate Foundation, “Disoccupato dell’anno”, una piaga che tocca 100 milioni di ragazzi tra i 15 e i 29 anni. “Potranno presentare alcuni progetti che saranno votati da loro stessi – spiega –. Richiediamo che siano progetti che abbiano una qualche valenza sociale. Alcuni di loro avranno un supporto di 5mila euro ciascuno affinché vengano messi in pratica”.
Twitter: @PaoloRibichini