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Diritto di critica | April 27, 2024

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Ventinovenne, donna e musulmana. In Norvegia è ministro

E’ giovane, musulmana di origini pachistane ed è diventata Ministro della Cultura: accade in Norvegia, paese noto alle cronache tanto per l’apertura e tolleranza delle sue istituzioni quanto per i recenti attentati a sfondo razziale di Oslo e Utoya, dei quali porta ancora le cicatrici. Ciononostante – o forse proprio per questo – il paese nordico ha scelto in Hadia Tajik, 29 anni, il suo nuovo Ministro della Cultura: nominata lo scorso venerdì dal primo ministro laburista Jens Stoltenberg nel corso di un rimpasto, sostituisce Anniken Huitfeldt (spostata al Ministero del Lavoro) e diventa così non solo la prima musulmana chiamata a far parte del gabinetto norvegese, ma anche il suo membro più giovane.

Hadia Tajik ha 29 anni: nata a Strand da genitori pachistani immigrati nel Paese negli anni ’70, ha studiato diritti umani alla Kingston University di Londra, conseguito una laurea in giornalismo allo Stavenger University College e studiato giurisprudenza all’università di Oslo. Dopo cinque anni  di lavoro in diverse redazioni come giornalista politica, nel 2006 è entrata nel mondo della politica come consulente del ministro del Lavoro ed è stata eletta deputato per il partito laburista norvegese nel 2009. Tra il 2008 e il 2009 è stata anche consigliere al ministro della Giustizia Knut Storberget e proprio durante questo incarico aveva deciso di permettere alle donne della polizia norvegese di indossare l’hijab in servizio: norma che era stata ritirata poco dopo a causa delle forti polemiche. La parola d’ordine nel suo programma per i prossimi mesi sarà “multiculturalità”, per far emergere la ricchezza culturale e le diversità che caratterizzano la società norvegese.

In un periodo particolarmente spinoso per il confronto tra Islam e Occidente – l’onda lunga del video “The innocence of muslims” è difficile da arrestare ed ha creato un clima di tensione nel quale ogni tentativo di dialogo moderato rischia di passare in sordina sotto il frastuono della violenza – la nomina di Hadia Tajik non poteva che generale un certo scalpore generale. Ad accoglierla sono state per prime le parole di Re Harald V, che ha esclamato un «era ora!» per sancire la necessità del Paese di continuare sulla strada già intrapresa in precedenza nel Paese, prima che Anders Breivik e la sua follia omicida tentassero di ostacolarla: quella della costruzione di una società sempre più multietnica. Un concetto, questo, ribadito anche al primo ministro Stoltenberg, che ha affermato come  queste modifiche siano state apportate per «fare spazio a nuovi valori, nuova forza e nuove idee. Si tratta di una combinazione di rinnovamento e di continuità». Il rimpasto di Governo del 21 settembre si era reso necessario per risollevare le sorti del partito laburista norvegese – in ribasso nei sondaggi finali ad un anno dalle prossime elezioni parlamentari – e la scelta di Stoltenberg di nominare un’esponente della più ampia comunità etnico religiose del Paese (i musulmani in Norvegia rappresenterebbero circa il 3,2% della popolazione complessiva) potrebbe risultare strategica. Poche le proteste e gli attacchi denigratori, limitati ad alcuni gruppi di estrema destra contrari ad un’ eccessiva diffusione della religione musulmana nel Paese.

Comments

  1. Bolgaroni Maurizio

    Magari ci fosse un salto culturale così anche in Italia.

  2. Mbé? Guarda che anche in Italia una donna 29enne musulmana può diventare ministro. Basta che sia bona e la dia a Berlusconi!