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Diritto di critica | November 9, 2024

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"No alle trivellazioni e all'air gun". Salve (per ora) le coste adriatiche

di Liliana Farello

Se anche i fondali adriatici dovessero nascondere petrolio, il gioco non varrebbe la candela. Così, i sindaci di diversi comuni costieri di Abruzzo e Molise hanno potuto salvare le scogliere e i panorami di Punta Penna, località marittima poco più a nord di Vasto, grazie a due sentenze con cui il presidente del Tar del Lazio, Antonio Vinciguerra, ha rigettato le due autorizzazioni concesse nel 2011 dal Ministero dell’Ambiente alla Petroceltic Italia, fermamente intenzionata a procedere con un’operazione di air gun: non una trivellazione vera e propria, bensì un’ “ispezione sismica” che prevede raffiche di aria compressa sparate contro i fondali marini al fine di disegnare una mappatura della composizione del suolo per poi, eventualmente, procedere con la perforazione.

Lorenzo Nicastro in difesa delle Tremiti. Niente di drastico, aveva garantito l’anno scorso il ministro dell’ambiente Corrado Clini. Tuttavia, l’area interessata dista 40 km da Punta Penna e circa 26 km dalle isole Tremiti. Inoltre, la comunicazione all’assessore all’Ambiente della regione Puglia, Lorenzo Nicastro, è giunta solo l’estate scorsa, quando le autorizzazioni erano già state concesse. Al tempo, Nicastro si disse offeso dal mancato coinvolgimento della Puglia nella decisione e si pronunciò contro quello che riteneva un danneggiamento al delicato ecosistema delle isole Tremiti. Inoltre, spiegava Nicastro, è fondamentale la necessità di salvaguardare il settore del turismo: coste e mare pugliesi garantiscono entrate molto più cospicue e a lungo termine di quanto possa fare una perforazione – per altro neanche certa.

Una vittoria per il Wwf. A mesi di distanza l’unione ha fatto la forza: i comuni di Vieste, di Vico del Gargano, di Peschici, di Manfredonia e di Rodi Garganico (sostenuti da WWF, Legambiente, LIPU e FAI), sono riusciti ad ottenere l’annullamento delle suddette autorizzazioni. Alle località appena nominate si è unita inoltre la Giunta regionale della Basilicata, negando la ricerca di idrocarburi nelle concessioni di Masseria la Rocca, Satriano di Lucania ed Anzi. È una vittoria per il Wwf, che non si lascia sfuggire neanche i cavilli: alla Petroceltic è stato vietato di intervenire sui fondali ad oltre 12 miglia dalla costa, ma l’ecosistema va tutelato anche prima di questo limite. Magari includendo anche la regione Puglia nella procedura di V.I.A., come invece non è stato fatto prima di concedere le autorizzazioni: “Un’ulteriore conferma della sensazione di marginalizzazione della Puglia”, diceva Nicastro nel comunicato dell’agosto scorso.

Che tutti sappiano. Ulteriore motivo del ricorso, infine, è stato il totale silenzio sotto cui sono passati i provvedimenti: silenzio sui giornali pugliesi, mentre in quelli molisani la notizia è arrivata con mesi di ritardo quando invece, per legge, deve essere pubblicata “su un quotidiano a diffusione nazionale e su un quotidiano a diffusione regionale per ciascuna regione direttamente interessata”.

Convegno in Senato. “Assistiamo ancora una volta – afferma il Wwf – alla vicenda in cui è la magistratura a dover rilevare in seconda battuta le irregolarità di procedimenti su cui dovrebbe invece monitorare preliminarmente la pubblica amministrazione”. L’argomento, insieme a Greenpeace e Legambiente, verrà approfondito il 9 ottobre a Roma al Senato (Sala ex hotel Bologna in via Santa Chiara, 4) dalle ore 10.30 alle 13.

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