Parte la rivoluzione di Obama contro le armi. Le lobby inferocite
Si annuncia una battaglia campale, quella che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama sta per intraprendere contro le lobby delle armi statunitensi. Al suo secondo mandato, il presidente afro-americano potrebbe essere l’unico nella storia capace di contrastare, o quanto meno porre un freno, le associazioni che da secoli producono armi sullo sfondo del secondo emendamento della Costituzione americana. A un mese dalla strage di Newton, Obama ha annunciato che varerà ben 23 ordini esecutivi per imprimere subito un giro di vite sull’uso delle armi e dei controlli, anche e, soprattutto, per le persone con problemi mentali.
La battaglia contro “l’epidemia della violenza generata dall’uso di armi”, così è stata definita dal presidente degli Stati Uniti. Obama si è rivolto alla nazione invocando “maggiore sicurezza per i propri figli”. Lanciato anche su Twitter l’hastag #NowIsTheTime per sensibilizzare l’opinione pubblica. Dopo la strage di Newton, nella quale morirono venti bambini, sono state 900 le persone morte per cause collegate all’uso delle armi. La National Rifle Association, una delle lobby di armi più potente, ha definito Obama “elitario e ipocrita” in quanto le figlie del presidente godono della protezione di agenti segreti armati mentre gli altri bambini non sono ugualmente tutelati quando si recano a scuola.
Tra i provvedimenti all’orizzonte dovrebbe spiccare quello sul “bando delle armi d’assalto di tipo militare e i caricatori con più di 10 pallottole”. Sanzioni sempre più aspre saranno inflitte a chi vende armi ai criminali. “Abbiamo davanti a noi una sfida complicata – l’ha definita il presidente Obama. Proteggere i nostri bambini non dovrebbe dividerci. Il Congresso deve agire subito, non possiamo tardare”. I 23 ordini esecutivi, sono stati definiti dal New York Times, relativamente modesti e puntano a una migliore circolazione delle informazioni relative ai procedimenti penali di chi acquista le armi e in merito alle categorie di individui che non possono possederne.
Dovrebbe essere nominato da Obama, anche, un nuovo direttore dell’agenzia governativa che si occupa delle indagini sui reati federali relativi alla fabbricazione e al possesso delle armi da fuoco. Investimenti saranno destinati all’istruzione e alla sanità, con supporti e fondi alle scuole. Dal punto di vista mediatico, ci saranno diverse campagne informative e di sensibilizzazione, con nuove tecnologie di sicurezza per le pistole. Oltre alla protesta delle lobby, c’è anche quella di sei stati. In particolare quelli conservatori del Sud come il Wyoming, Alabama, Missouri, Montana, Texas e Carolina del Sud. Le autorità di polizia locali hanno detto che ignoreranno qualsiasi legge per limitare l’accesso alle armi imposta dalla Casa Bianca.
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Tanto per precisare Montana e Wyoming non sono stati del sud, il montana è stato il primo nella storia degli states ad eleggere un rappresentante al congresso di sesso femminile.Nel Montana ci sono una moltitudine di armi ma pochi crimini. Guardate la composizione della popolazione e poi decidete voi.
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