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Diritto di critica | August 30, 2024

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Ecco come nel Pd cercano di falsare il Congresso

imageÈ sempre la solita vecchia storia. Si avvicina il congresso e spuntano tante nuove tessere sospette. Dall’anno scorso il Pd ha incrementato del 400% il numero dei tesserati. Un’incredibile sospetta voglia di partecipazione politica dopo l’addio di Pierluigi Bersani. Non è la prima volta che il partito erede di Ds e Margherita si ritrova lacerato su uno scandalo interno di questo tipo. Era prassi dei partiti predecessori, perché non continuare su questa strada?

Irregolarità da nord a sud. Da Roma, e precisamente da via del Nazareno, sono partiti gli ispettori del Pd per verificare in alcune località se dovessero risultare irregolarità di tesseramento che sembrano riguardare sia città del nord che del sud. Così si è deciso di avviare controlli a Torino e Catania e presto gli ispettori dovrebbero fare la loro comparsa anche in Puglia. A Lecce, per esempio, le tessere del Pd sono arrivate a quota 15mila su poco meno di 90mila abitanti. In provincia di Torino, invece, dove per anni non si è superata quota 10mila, quest’anno si è toccato l’incredibile traguardo di 25 mila tesserati.

I furbetti di Piacenza. Sotto osservazione anche Caserta e Piacenza. In quest’ultima città il problema non riguarda il tesseramento quanto le regole di svolgimento dell’assemblea provinciale che verrebbe integrata da 39 componenti di diritto tra i dirigenti uscenti, numero sufficiente per falsare il voto degli iscritti.

Catania: lotta all’ultima tessera. A Catania, invece, la situazione più clamorosa. Qui il voto è già stato annullato in tre circoli dove era in testa il candidato renziano Mauro Mangano. Qui, alcuni iscritti sono pronti a giurare di aver visto persone entrare nei circoli per l’iscrizione accompagnati da personaggi estranei che in vari casi hanno pagato lo stesso tesseramento.

Questa volta si fa sul serio. La lotta delle tessere nel Pd riguarda il Pd e non ha costi per i cittadini. Tuttavia, questa anomalia dà la cifra di uno scontro interno che quasi appare epocale. Dimenticate la sfida Renzi-Bersani di un anno fa. Qui, stavolta, si fa veramente sul serio. Perché tutto potrebbe essere stravolto. Così è bene accaparrarsi più voti possibili al congresso, con metodi più o meno leciti. Se a Catania è il candidato del sindaco di Firenze ad essere attaccato, sono gli stessi renziani poi a rispondere al fuoco nemico, accusando la Cgil di distribuire tessere.

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