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Diritto di critica | September 1, 2024

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Quando Grillo voleva il Porcellum

beppe_grilloIL GRAFFIO – Beppe Grillo tuona che con il Porcellum non si può andare a votare e che anzi il Parlamento è illegittimo (anche i grillini, quindi?). La legge elettorale va cambiata e in tempi brevi per poi tornare a votare con il sistema precedente: il mattarellum. Il post sul blog del comico a capo del MoVimento 5 Stelle arriva a poche ore dalla decisione della Consulta. Una velocità che quasi insospettisce.

E infatti basta andare indietro di qualche mese per rendersi conto che proprio quando Napolitano e diversi partiti politici chiedevano a gran voce di cambiare e riformare la legge elettorale, abolendo il Porcellum perché ledeva i diritti dei cittadini, Beppe Grillo protestava e anzi chiedeva che fosse mantenuta. Con queste parole:

«Dopo quasi otto anni di letargo sul Porcellum hanno fretta, molta fretta di cambiarlo. Sanno che con il Porcellum il rischio che il M5S vinca le elezioni e vada al governo è altissimo. Se succedesse, il presidente del Consiglio del M5S, che dovrà essere una persona interna al MoVimento, ricoprirebbe anche il ruolo di presidente UE nel 2014. Uno scenario da evitare con ogni mezzo».

Una contraddizione con quanto affermato ieri in un post che sembra voler far dimenticare quanto detto proprio poco tempo fa:

Il Porcellum è incostituzionale. Lo ha deciso la Corte Costituzionale in particolare su premio di maggioranza e esclusione del voto di preferenza. Ci sono voluti alcuni anni, la Corte ha i tempi di un gasteropode. La legge è del 2005 e fu subito contestata come incostituzionale dal blog. Era evidente che fosse incostituzionale. Quindi ora abbiamo un Parlamento eletto con una legge incostituzionale, un Governo votato da un Parlamento incostituzionale, un presidente della Repubblica votato ben due volte da due parlamenti incostituzionali“. Se era incostituzionale, allora, perché protestare contro il possibile cambiamento di rotta sul Porcellum? E ancora: Grillo nei mesi scorsi affermava di voler tornare alle urne con l’attuale legge elettorale per cambiarla (assicurava lui) in un secondo momento, quando il MoVimento fosse andato al governo.

C’è da dire che sulla legge elettorale e sul Porcellum Grillo ha cambiato idea diverse volte e a seconda delle circostanze, sul suo blog si trovano almeno tre diverse posizioni. Prima ancora, ad esempio, sempre sul Porcellum scriveva che “si può eliminare con un tratto di penna”. Coerenza e idee chiare. Per tacer del premio di maggioranza.

Twitter@emilioftorsello

Comments

  1. Luciano Chiariello

    Come sempre i giornalisti fanno il gioco delle 3 carte ,Grillo prima delle elezioni diceva che non potevano cambiare la legge elettorale i partiti che sono stati eletti con il porcellum e volevano cambiare la legge elettorale sotto le elezioni che si sono tenute a febbraio cosa mai successa in Italia da quando c’e’ la repubblica , inoltre grillo sosteneva che la legge elettorale era da cambiare già dal 2 v-day , un mese circa dopo le elezioni 2013 il deputato giacchetti vice presidente alla camera propone di abrogare il porcellum il pd-l pdl e altri che non cito hanno votato tutti contro cioe’ si sono tenuti il porcellum ,il M5S ha votato tutto compatto a favore per abrogare il porcellum solo giacchetti ha votato a favore nel pd-l ,conclusione ora vogliono far credere che il M5S e a favore del porcellum ,vergognatevi continuate a diffamare il M5S , e solo questione di tempo voi giornalisti venduti insieme a partiti ladr….e truff.. sparirete .

    • PaoloRibichini

      Luciano, le sue minacce le rispediamo al mittente e ci riserviamo il diritto di procedere per vie legali. In ogni modo, la sua ricostruzione è veritiera ma non tiene conto della dichiarazione di Grillo di un mese e mezzo fa che chiedeva di andare al voto con il Porcellum. Questa dichiarazione rimane agli atti, e rimane anche agli atti il fatto che oggi M5S potrebbe vincere le elezioni solo grazie al Porcellum e non nonostante questo. E vincere le elezioni significa conquistare la maggioranza assoluta almeno della Camera