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Diritto di critica | April 25, 2024

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Immigrazione clandestina, la retromarcia (politica) di Renzi

La depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina potrebbe essere la prima buccia di banana dell’anno per Matteo Renzi. Introdotto dall’allora governo Berlusconi, sull’onda di un populismo acchiappaconsensi, nei fatti si tratta di una sanzione che il migrante deve pagare in caso di condanna. Inutile dire che al processo gli imputati spesso non si presentano e anzi spariscono. E proprio la voce dei magistrati non si è fatta attendere: si tratta di un reato che intasa inutilmente i tribunali e nulla più. Meno netto il capo della Polizia, Alessandro Pansa, secondo il quale “la legge va bene. Il problema reale è dato dal fatto che si intasa l’attività delle procure”.

Una posizione recepita dal premier Renzi che però fa una goffa retromarcia tutta politica: “Secondo i magistrati – dice infatti Renzi – il reato non serve, non ha senso e intasa i tribunali. Ma è anche vero che c’è una percezione di insicurezza per cui questo percorso di cambiamento delle regole lo faremo tutti insieme senza fretta”. Niente “demagogia”, quindi, “ma anche no al buonismo esasperato” perché “chi sbaglia deve pagare e va mandato via”. Come dire: l’eliminazione del reato di immigrazione clandestina – al netto delle difficoltà dei tribunali e dei giudici di pace – rischia di far perdere consensi al governo, dando benzina alla retorica dei vari Salvini che proprio su quella “percezione di insicurezza” potrebbe fare leva. Eppure, la realtà racconta di udienze deserte, se non per le figure previste dalla legge: il giudice e l’avvocato d’ufficio. Di sanzioni pecuniarie mai pagate. Di imputati che non si presentano.

Renzi sembra dire che per ora il Paese non è pronto ad accettare anche solo l’idea di una depenalizzazione di un reato che però – nei fatti – non argina alcunché: di certo un migrante che entra illegalmente in Italia non viene scoraggiato dalla prospettiva di poter essere denunciato e multato. Il problema, quindi, è tutto di comunicazione e “demagogia”. Salvini, Grillo e certa destra cavalcherebbero – come già hanno iniziato a fare – una decisione pur giusta che diventerebbe però un caso politico, anche alla luce dei fatti di Colonia. E il governo sembra non voler rischiare uno scivolone a pochi mesi dalle Amministrative 2016 dove, proprio a livello locale, la tematica dell’immigrazione è particolarmente sentita. Benzina per la retorica di Salvini&Co che adesso il governo non può permettersi. Peccato se ne siano accorti un attimo dopo aver tirato fuori la proposta dal cilindro.

@emilioftorsello