“Ogni individuo deve poter circolare e stabilirsi ovunque desideri”. Si apre così, la “Carta mondiale dei migranti”: un documento che, per la prima volta, “nasce dal basso, perché tutti siamo potenziali migranti”, sottolinea Cécile Kashetu Kyenge, coordinatrice nazionale e portavoce del movimento “Primo Marzo”, intervistata da Diritto di Critica. L’obiettivo del documento, redatto da associazioni e immigrati, è quello di “creare un mondo senza frontiere, con meno controlli e vincoli burocratici”.
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Vite migranti – Naima, «Bibbia e Corano, una ricchezza per la mia famiglia»
Naima, 43 anni, marocchina, vive a Busachi (Oristano), con la sua famiglia. Lei è musulmana, suo marito e i loro due figli, Omar e Karim, sono cattolici. Ma questo non è certo un problema: “Loro adorano la carne di maiale, ma io non ho mai pensato di assaggiarla. E finalmente Omar ha smesso di chiedermi perché non mangio durante il Ramadam”.
Parte da Bari la prima class action a favore dei migranti
Una class action per tutelare i migranti che vivono nel Centro di Identificazione ed Espulsione (Cie) di Bari. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione barese “Class Action Procedimentale” e prende le mosse da due elementi: da un lato le difficili condizioni in cui vivono gli “ospiti” del Cie di Bari, una delle 13 strutture dislocate sul territorio italiano, dall’altro la disattenzione verso questo tema da parte delle istituzioni nazionali e locali, nonostante le numerose denunce arrivate da più parti.
Espulsi “per errore”e incarcerati in Algeria, due marocchini costretti a tornare nel Cie
Espulsi dal Cie, incarcerati in Algeria e rispediti dopo tre mesi in Italia: un errore. Adesso sono di nuovo nel nostro Paese, “in attesa di identificazione”. L’incredibile vicenda, resa nota solo alcuni giorni fa dal Garante dei dentenuti del Lazio, Angiolo Marroni, si trascina da mesi ed è ben lontana dall’essere risolta. La stampa nostrana… Continua a leggere Espulsi “per errore”e incarcerati in Algeria, due marocchini costretti a tornare nel Cie
La nuova Cgil “coi piedi per terra”
La Cgil di Susanna Camusso guarda al futuro, da piazza San Giovanni. Parla ai precari e promette di non lasciarli soli; scuote i ministri rivendicando il diritto all’istruzione dei giovani; denuncia il Collegato Lavoro e chiede la verità sul piano industriale del governo. Il futuro è dei giovani, recita il titolo della manifestazione: e la… Continua a leggere La nuova Cgil “coi piedi per terra”
A piedi, in pullman, dentro un container: «così sono arrivato in Italia»
A piedi attraverso l’Iran e le montagne del Kurdistan, poi in pullman fino al porto greco di Patrasso e di qui – stipati in un container – fino ad Ancona. Quando lo incontro, Muhammar, 24 anni, mi sorride e fa cenno di avvicinarmi. Chiacchiera insieme ad alcuni ragazzi africani nel cortile del centro di Accoglienza della… Continua a leggere A piedi, in pullman, dentro un container: «così sono arrivato in Italia»
Dal Ghana all’Italia, passando per Lampedusa. La storia di un orafo finito a raccogliere pomodori
Quando lo incontro, Kuffour – trent’anni – è al centro Caritas di Nardò, in provincia di Lecce. È passato a ritirare la pasta e i generi di prima necessità che distribuiscono i volontari. Poco distante, le coltivazioni di cocomeri. Occhi grandi e neri, carnagione scura, annerita all’inverosimile dal sole che batte sui campi, Kuffour accetta… Continua a leggere Dal Ghana all’Italia, passando per Lampedusa. La storia di un orafo finito a raccogliere pomodori
Giornata mondiale del Rifugiato: le «vittime della speranza», quasi 15mila morti in dieci anni
L’esperimento potrebbe avere una sua utilità. Quanto meno a livello di consapevolezza della tragedia. Prendete un foglio di carta e iniziate a disegnare un tondino con una piccola linea sotto, aggiungete due braccia e due gambe. E andate avanti così, disegnatene un altro accanto. Poi un altro ancora. E un altro ancora. Fino ad arrivare… Continua a leggere Giornata mondiale del Rifugiato: le «vittime della speranza», quasi 15mila morti in dieci anni
Rosarno: se la Chiesa denuncia la mafia e Maroni gli immigrati
«Il problema dell’immigrazione in Calabria va inquadrato nel grande problema della liberazione dall’oppressione mafiosa». Le parole sono di mons. Pino Demasi, vicario generale della diocesi di Oppido-Palmi che, intervistato da Radio Vaticana sull’episodio di Rosarno, questa mattina ha parlato apertamente di una ‘ndrangheta che opprime e ha denunciato «l’assenza totale del Governo centrale, della Regione e delle… Continua a leggere Rosarno: se la Chiesa denuncia la mafia e Maroni gli immigrati