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Diritto di critica | April 26, 2024

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Il decreto interpretativo contrasta con la legge e la Costituzione - Diritto di critica

Con questo articolo vorrei dare il mio contributo per inquadrare il decreto interpretativo varato ieri notte dal governo all’interno della situazione giuridica italiana. I riferimenti principali sono la Costituzione e la legge 400/1988.

La legge 400 del 23 agosto 1988 fu varata per riordinare le competenze del governo, in applicazione dell’articolo 95 ultimo comma della Costituzione. L’articolo 15, al comma 2 lettera b della legge 400, afferma:

[Il Governo non può, mediante decreto-legge] provvedere nelle materie indicate nell’articolo 72, quarto comma, della Costituzione

L’articolo 72 comma 4 della Costituzione prevede a sua volta che:

La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi

Questo significa che per alcune materie c’è una riserva di legge formale, ovvero solo il Parlamento può intervenire con una legge ordinaria, mentre il Governo è escluso. Fra queste materie vi è appunto la legislazione in materia elettorale.

Il decreto legge ha medesima forza rispetto alla legge 400 e può dunque derogarla anche implicitamente. In più la Costituzione, norma sovraordinata rispetto alla legge 400, permette, in casi straordinari di necessità e urgenza, l’intervento del Governo tramite decreto legge. La questione può apparire dunque controversa, ma i nodi vengono presto sciolti.

Due osservazioni vanno fatte: in primo luogo non sembra essere questo il caso straordinario di necessità e urgenza. Il pasticcio delle liste è dovuto ad un (sinora presunto) mancato rispetto della legge, sul quale è competente prima il tribunale, poi la corte d’appello, quindi il Tribunale Amministrativo Regionale e infine il Consiglio di Stato, dunque esistono, per così dire, addirittura quattro gradi di giudizio per garantire che tutto sia regolare. Non si tratta dunque di un caso di calamità naturale (che necessita di regole proprie e straordinarie) o di un vuoto legislativo da colmare per motivi di impellente interesse pubblico. La legge c’è, funziona e non c’è alcuna emergenza. La legge stesse prevede la possibilità che alcuni partiti, come sempre accade in occasione di qualche elezione, abbiano commesso alcune irregolarità, e indica chi e come deve gestire questa delicata situazione. L’unica differenza è che questa volta il pasticcio è stato creato dal primo partito d’Italia, ovvero dal partito al governo, che sta usando lo schema del decreto legge per fini, per così dire, “privati”: non di emergenza pubblica si tratta, bensì di emergenza privata. Non vi è dubbio che, nel caso in cui il pasticcio fosse stato fatto da altre liste, soprattutto minori, non vi sarebbero state ragioni per intervenire, e questa non è tanto una previsione, quanto la normalità: ad ogni elezione sono tantissime le liste escluse per irregolarità, ma non fanno rumore perché sono piccole, e soprattutto non sono al governo. Per questo il sapore di forzatura è evidente.

In secondo luogo, la legge 400 non fa altro che specificare il governo non può andare contro le previsioni della Costituzione, ricordando (e non tanto imponendo) che il governo non può intervenire con decretazione d’urgenza in materia elettorale. Per questo il riferimento alla legge 400 non è altro che un rimando esplicito alla Costituzione, ed è questa che risulta essere violata.

L’obiezione a questa eccezione è che il decreto non cambia la sostanza della legge, ma indica ai magistrati come interpretarla (da cui, appunto, la locuzione “decreto interpretativo”). Non sono riuscito a trovare il testo del decreto, quindi farò riferimento alle più recenti notizie della stampa, eventualmente intervenendo poi in caso di errori. Dato che la legge impone il termine perentorio delle ore 12 del ventinovesimo giorno precedente alle elezioni come minuto ultimo per presentare le candidature, un decreto legge che permetta le presentazione delle stesse entro le ore 16 di dieci giorni dopo appare indubbiamente una modifica e non un’interpretazione della legge. Lo stesso dicasi per l’eventuale aggiunta del termine di 24 ore per sanare le cosiddette “irregolarità formali”: esso non è previsto dalla legge, dunque non c’è alcuna difficoltà per i magistrati competenti nell’interpretare la disposizione, da cui si desume la norma «entro le ore 12 del ventinovesimo giorno prima delle elezioni tutto deve essere in ordine». Il decreto dunque non interpreta, bensì modifica la legge che poi i magistrati dovranno interpretare. Un’interpretazione si avrebbe, ad esempio, se il decreto specificasse se il minuto 00 della dodicesima ora del trentesimo giorno debba essere compreso o escluso. In questo caso, infatti, il decreto non modificherebbe la legge, bensì indicherebbe come interpretarlo, ed è evidente che il testo del decreto non fa nulla di tutto questo.

Appare dunque palese che almeno un forte dubbio di incostituzionalità ha fondamento, di conseguenza il decreto legge è passibile di annullamento, e con essa l’eventuale elezione di Roberto Formigoni e Renata Polverini, senza dimenticare che, anche in caso di sconfitta di questi due candidati l’intera elezione potrebbe essere invalidata, come già avvenuto negli anni passati in Molise. Il decreto, addirittura, si configura come un riconoscimento implicito del fatto che le liste Formigoni e Polverini siano irregolari, visto che, in caso contrario, basterebbe il ricorso alle vie ordinarie per ottenerne la riammissione e non quelle straordinarie (quale, appunto, il decreto). Per questo motivo il momento più delicato della vita democratica (ovvero le elezioni) si sta tenendo sulla cima di un castello di carte.

Nel disperato tentativo di ristabilire con la forza una situazione non legale, il Governo ha creato un vulnus e un precedente davvero pericoloso per la democrazia in Italia, poiché passa il messaggio che la Legge non è certa bensì passibile di modifiche secondo l’umore del giorno. Tutto il contrario di ciò che si aspetterebbe in uno Stato di diritto, dove la Legge è una, dura, ma certa a garanzia della libertà di tutti i cittadini.

Comments

  1. Aladar

    Ecco il testo del decreto: http://ia360934.us.archive.org/3/items/TestoPdf
    Non ho trovato alcun riferimento alle “ore 16 di dieci giorni dopo”

  2. maxmorphing

    grazie per l'esposizione chiara e piana.

  3. Frank57

    Eccellente articolo e chiara spiegazione. Grazie.

  4. biancasscarinci

    Ringrazio lo scrittore, di cui non riesco ad individuare il nome, per questa interessante e puntuale disamina che condivido integralmente.
    Infatti la decretazione d'urgenza, pur se non esplicitamente così definito dalla Costituzione, è storicamente stata adottata per situazioni di interesse pubblico, non di incidenza in materia costituzionale ed elettorale e tanto meno a condizione d'emergenza appositamente creata e per errore di parte e a scadezne già superate.

    Il 'tempo' dell'intervento è infatti fondamentale: già con il Decreto-Legge dell'allora Governo DINI nel 1995, i nostri organi istituzionali fecero una sorta di bliz dell'uiltima ora per prorogare i termini di 56 di ore per motivi attinenti alla pubblicità e carenza di canali informativi, … il chè è francamente un paradosso italiano! in quest'utlimo caos, e siamo già a 2, ci si è poi spinti un po' oltre intervenendo addirittura a termini scaduti e quindi di fatto e di diritto non prorogabili, come giustamente detto nel pezzo, con un Decreto-Legge che 'interpreta' la fattibilità o meno di un must legislativo.

    Ma come evidente il confronto politico, pur nella moderazione dei toni degli ultimi mesi dovuta all'incidente Tartaglia, si basa su scaramucce di partito e vergognose revanche personalistiche il cui scopo è 'chiudere' con un proprio atto un'azione presumibilmente 'nuova' o 'anomala' iniziata dall'avversario politico. E questa non è nè politica nè democrazia dato che le iniziative non sono mai tese al rispetto della legalità ma ad alzare il termine di riferimento della proprio incontratstato 'potere' d'inizativa.

    Se poi andiamo alla ratifica del Presidente della Repubblica, è chiaro che non bisogna investirlo di responsabilità non sue, ma sta di fatto che risulta sempre sbalorditivo come nei momenti significativi non ci sia mai chi utilizza le proprie facoltà e poteri costituzionalmente garantiti al ruolo rivestito per fare chiarezza e riportare ordine e fiducia nel rapporto tra le istituzioni. … ed in questi 'laissez faire laissez passer', devo dire, la sinistra è ormai nota e recidiva ma crea e utilizza così occasioni di confronto elettorale. La questione è poi aggravata dal fatto che persino gli organi giudiziarii in questo caso si erano già espressi e quindi la stessa ratifica da parte del Presidente della Repubblica è già di per sè stata giudicata come azione illecita da parte di 2 livelli decisionali.
    Il TAR, tribunale amministrativo, non potrà che avallare quanto gli viene consegnato come una sorta di atto dovuto dalle circostante del Decreto-Legge e dalla Ratifica, nè è in definitiva l'orgabo giudiziario più competente a giudicare una materia che riguarda le garanzie costituazionali in materia di regime elettorale e sistema di giverno.

    Bianca S. Scarinci
    Roma, 07.03.2010

    • Grazie a te per il commento.
      L'autore è Giovanni De Mizio, nostro collaboratore fin dall'apertura del blog.

      I problemi grossi legati alla figura di Napolitano stanno nel fatto che, in più di un'occasione (lodo Alfano, scudo fiscale, le ronde e appunto la legge salva-pdl), non ha mai fatto scelte a tutela della collettività, ma sempre e solo preoccupandosi della “legittimità governativa”. In silenzio sta approvando tutto quello che questo esecutivo, con grossi problemi di credibilità ed etica, sta perpetuando.

      Il popolo italiano non è composto da elettori del Pdl e basta, è composto dai cittadini italiani, che per più del 60% hanno un'idea politica differente e non hanno votato direttamente l'attuale Premier.

  5. sapeta

    Bravo. eccellente spiegazione che però la stragrande maggioranza degli italiani non saprà mai perchè le televisonoi sono in mano alla banda.

  6. Concordo totalmente, e faccio i miei complimenti per la chiareza ed esaustività dell'analisi

  7. spiegazione perfetta,se non fosse che “cozza” con il vuoto mediatico,in mano
    (ormai) al Boss,al kapo' de noartri,Mister B,che all'occorrenza arriva a chiudere

    programmi inutili quali Porta a porta pur di raggiungere lo scopo di Non informazione-
    Sai, siA mai che vespone Vespa faccia un plastico per speigare questo finto decreteto

  8. francescocalbi

    sì ma questi sono cavilli, qui siamo finalmente passati oltre gli intralci delle leggi.
    anzi, è ora di sistemare anche la storia. bisogna rifare la guerra tra St. e It.. i nazi sbagliarono soltanto l'abbigliamento perchè i comunisti falsificarono le carte geografiche e truccarono le previsioni meteo. ora bisogna rifare quella guerra nello stesso scenario ghiacciato, ma con i russi in canotta e i nazi in pelliccia, come avrebbe dovuto accadere. la storia non può essere determinata da uno stupido errore nell'abbigliamento, peraltro in danno dell'esercito più importante.

  9. infuriato

    Per fare un concorso, per pagare le tasse senza mora, per andare a votare ci siamo fatti file e file per arrivare in tempo utile, gli uffici postali son piene di code kilometriche di gente incavolata e questi non sono riusciti a portare le liste per farsi portare (votare) ????

    Signori miei siamo alla crema, governati da bamboccioni viziati, i quali sono abituati ad avere tutto servito e tutto permesso, sono altamente fallimentari e lontano dalla vita reale, vivono in mondo fatto di babucce e servitori e noi li abbiamo messi li per facci governare??

    Ma che stiamo a fare, a chi aspettiamo a dargli due calcioni nel fondoschiena e mandarli a zappare per fargli venire i duroni come li abbiamo NOI, Veri, Gente Seria, che si spezza la schiena sui libri, nelle fabbriche, nei campi, a facci il c(uore) grosso per portarci a casa un pezzo di pane che non basta mai quando ci va bene?
    A chi stiamo aspettando???
    Va' bhe! speriamo nel 2012.. per lo meno spegnamo tutto e si riparte da zero se ci va bene..
    Ciao

  10. ale

    L'intervento è ottimo, oltre che per la premessa circa la gerarchia delle fonti, il principio di competenza e di sussidarietà, anche per la modalità di linguaggio che permette di capire dove si celi il contrasto tra art. 72 Cost. e L.400/88 ed il c.d. decreto interpretativo: non credo sia improprio definirlo un esperimento giuridico, che mostra tutti i suoi limiti sia sul piano del fondamento costituzionale sia sul piano letterale. La sua presunta finalità, uno strumento ( per i giudici) per l'interpretazione di una legge ( quella elettorale) è tale per cui il decreto interpretativo offre il fianco a critiche, che principalmente s'indirizzano verso un utilizzo dello stesso, in una prospettiva di mutamento sostanziale della legge elettorale. Da ultimo vorrei definire inquietanti, ma allo stesso tempo realistiche le parole dell'Autore quando dichiara che ” …il Governo ha creato un vulnus ed un precedente davvero pericoloso per la democrazia in Italia, poiché passa il messaggio che la legge non è certa bensì passibile di modifiche secondo l'umore del giorno”.