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Diritto di critica | April 19, 2024

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Giustizia: altro che riforma "epocale", serve riorganizzazione seria - Diritto di critica

Giustizia: altro che riforma “epocale”, serve riorganizzazione seria

Riorganizzare gli uffici giudiziari e riempire i vuoti di personale: senza questi punti, nessuna riforma della Giustizia può dirsi epocale. Lo afferma il Procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati, e a dargli ragione arrivano i dati: mancano magistrati nel 15% dei casi soltanto nei tribunali milanesi, fino a picchi del 60% in provincia. Il registro degli indagati non funziona e la carenza di fondi/personale allunga a dismisura i tempi.

La Giustizia arranca, e non sarà una riforma politica a velocizzarla. I problemi della macchina giudiziaria sono molteplici, ma concreti: mancano i giudici, manca il personale d’ufficio, manca un sistema informatico adeguato, manca un’organizzazione seria e funzionale. Tutti punti che, secondo il Procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati, non vengono presi in considerazione dalla riforma “epocale” del ministro Alfano. “Negli uffici della procura di Milano si e’ creata una situazione drammatica e insostenibile – sostiene Bruti Liberati – per la carenza di magistrati, soprattutto inquirenti, e per i tagli al personale amministrativo”.

Durante il convegno della UilPa sul tema “Esecuzione penale, organizzazione giudiziaria, carceri”, il procuratore milanese ha sottolineato come negli uffici giudiziari del capoluogo lombardo c’e’ un “buco” del 15% nel corpo magistrati e che nelle procure a sud di Milano come Lodi, Pavia e Vivegano, la carenza di magistrati tocca anche il 60%. Dunque i pm milanesi vengono spesso impiegati in queste procure provinciali, rallentando il lavoro su Milano. Inoltre, riguardo al personale amministrativo, ”a Milano c’e’ una scopertura del 33%, cioe’ su 378 posti ne vengono coperti solo 280”.

Ai problemi di organico si aggiunge il tasto dolente del sistema informatico. Il Re.Ge., il registro generale degli indagati, a Milano “non funziona come dovrebbe, causando insostenibili ritardi nell’attività dei magistrati, degli avvocati e delle forze di polizia”. Il sistema è lentissimo, carica le pagine a 10 minuti di distanza l’una dall’altra, e che paralizza con un effetto a catena l’operato degli uffici giudiziari. Una sorta di “blocco ormai insostenibile”.

Secondo il magistrato milanese, questi punti critici spiegano  gran parte della drammatica lentezza dei processi. “Nessuna riforma può dirsi epocale se non affronta il nodo dell’organizzazione”, conclude Bruti Liberati, non volendo scendere nel merito della legge varata dal ministro Alfano.

La risposta del ministro della giustizia arriva dalla conferenza stampa per la presentazione del piano straordinario di digitalizzazione della giustizia. Alfano annuncia, insieme al ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, 50 milioni di euro nei prossimi 18 mesi per “rendere efficiente il sistema informativo giudiziario”. E aggiunge: “Bruti Liberati ha perfettamente ragione, l’organizzazione è fondamentale. Da quando sono ministro ho bandito 713 posti di magistrato. Siamo l’azienda che ha assunto di più nel pubblico e nel privato con più di 900 magistrati in due anni”.

Un impegno ancora tutto da verificare, fanno capire da Milano. Anche perchè incoerente e improvvisato rispetto al graduale taglio dei fondi per le attività ispettive dei magistrati (come le intercettazioni), portato avanti dal governo di centrodestra dall’inizio della legislatura. E la sottrazione della polizia giudiziaria alla disponibilità dei magistrati, prevista dalla riforma appena varata.

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