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Diritto di critica | August 28, 2024

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La scheda - Ribelli libici, tra democrazia e tribù - Diritto di critica

La scheda – Ribelli libici, tra democrazia e tribù

Chi sono i “ribelli” libici? Combattenti per la democrazia? Non solo. La realtà in Libia è molto più complessa, al di là del riconoscimento del Consiglio Nazionale libico da parte della Francia e del Portogallo. Alle richieste di democrazia, si aggiungono questioni etniche e tribali che spesso vengono tralasciate ma che giocano un ruolo fondamentale nella crisi.

La resistenza più accanita si concentra proprio a Bengasi, città orientale che ha sempre espresso una certa riluttanza ad assoggettarsi al potere del Raìs. Perché? Il motivo è etnico. Per farsi un’idea dei motivi occorre dare uno sguardo alla composizione della popolazione del Paese nordafricano. La Libia è uno Stato nato dal colonialismo e non frutto di un sentimento nazionale. La Libia moderna esiste da 100 anni, quando l’Italia occupò le due province ottomane della Tripolitania e della Cirenaica. Sotto il dominio italiano, comunque, la divisione fu mantenuta, secondo la vecchia partizione ottomana. Alle due province si aggiunse il Fezzan, il deserto del Sud abitato dai tuareg. Con l’indipendenza le cose cambiarono e tribù non affini si trovarono a spartirsi il potere.

Gli abitanti originari del Paese magrebino sono i berberi, che oggi rappresentano circa il 17% della popolazione. Gli arabi, invece, costituiscono la maggioranza della popolazione, ma sono divisi in centoquaranta tribù, distinte in tre gruppi: tripolitane, cirenaiche e centrali. Tra le tribù orientali, cioè quelle che vivono in Cirenaica, l’Islam rappresenta un collante ancora molto forte, mentre in Tripolitania la religione gioca un ruolo sociale decisamente minore. E proprio in Cirenaica si è affermato durante il colonialismo il movimento movimento Senussi, nato quasi due secoli fa in Arabia. I Senussi della Cirenaica furono l’anima della resistenza al colonialismo italiano. E un importante esponente del movimento divenne re Idris I della Libia nel 1951. Avversato in ogni modo da Gheddafi, originario di una tribù centrale ed alleato con quelle occidentali, il movimento Senussi si appoggia alle tribù orientali, per le quali rappresenta un vero e proprio collante.

Il colpo di Stato del 1969 ha sovvertito i rapporti di forza a danno della Cirenaica e dei Senussi e da quel momento il suo regime è stato un gioco di equilibrismo tra le varie tribù, cercando via via alleanze strumentali tra tribù occidentali e con quelle orientali per tenere unito il Paese, anche ricorrendo alla repressione più dura. Tuttavia, questa volta qualcosa si deve essere rotto nel meccanismo realizzato dall’astuto dittatore.

Le tribù orientali, quelle oggi in rivolta non hanno, in gran parte, legami con il fondamentalismo islamico. C’è però una vicinanza culturale con quella realtà e non si può a prescindere negare il rischio, seppur limitato, di una deriva integralista, sempre avversata da Gheddafi. Tuttavia, il fatto di non vedere bandiere americane o israeliane bruciate potrebbe essere un segno di speranza.

Comments

  1. Ippittio