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Diritto di critica | April 19, 2024

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Israele, è caccia alle streghe: via la cittadinanza ai sospetti "traditori" - Diritto di critica

Israele, è caccia alle streghe: via la cittadinanza ai sospetti “traditori”

Israele a caccia di cittadini traditori. Una nuova legge facilita la revoca della cittadinanza a chi è sospettato di spionaggio, terrorismo o “sostegno del nemico”. L’estrema destra esulta per il rinnovato clima di maccartismo, le associazioni dei diritti umani protestano: “è antidemocratico”. Nel pensiero di Lieberman, l’esempio di MacCarthy e della Gestapo.

La cosiddetta “unica democrazia mediorientale” riscopre la caccia alle streghe. Un emendamento della legge sulla cittadinanza, approvato in Parlamento lunedì, consentirà ai giudici di revocare lo status di cittadino (e i diritti connessi, dal voto ai concorsi pubblici) in caso di sospetti di “spionaggio o atti violenti dovuti a motivazioni politiche”. Nel testo del governo, la legge in questione “espande la possibilità di negare la cittadinanza e rafforza le condanne per chi commette crimini o atti di terrorismo”. In realtà, la legge va oltre: come riassume bene il suo creatore, l’ultradestrorso ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, è il modo migliore per chiudere i conti con “i cittadini che stanno dalla parte del nemico”.

Tutto si giocherà sui sospetti, le accuse di comportamento non conforme, le spiate di amici e conoscenti. Come in un remake della caccia alle streghe americana, del nefasto anno 1950: Lieberman ruba le parole a McCarthy e distingue tra “israeliani buoni” – i sionisti come lui – e “israeliani traditori” – arabi di nazionalità israeliana, ebrei di sinistra, attivisti per i diritti umani.

Già altre volte il diritto di cittadinanza è stato revocato da Tel Aviv per rafforzare la repressione del terrorismo. Stavolta, però, la destra sionista sta combattendo un’altra guerra, più silenziosa ma ancora – se possibile – più sporca. La guerra demografica.

Attualmente la popolazione israeliana conta 8 milioni di abitanti: di questi, un quinto sono di origine araba. Sono i discendenti dei palestinesi che hanno accettato il governo israeliano, e che vivono sui territori controllati dalla Stella di David dall’inizio del secolo. Sono parte integrante della struttura statale: lavorano nelle scuole, negli ospedali, nella pubblica amministrazione. Vivono a fianco di ebrei e cristiani in tutte le città del Paese, esclusa Gerusalemme – lì sono segregati in alcuni quartieri, come Gerusalemme Est. Solo pochissimi di loro sono legati alla militanza palestinese o ad Hamas: la maggioranza (oltre il 99%) vuole semplicemente vivere in pace.

Ma il loro numero, e soprattutto la maggior prolificità, spaventa la destra sionista. Aumentano, e in qualche oscuro modo “contaminano” la purezza dello stato ebraico, concepito dai sionisti come la “casa del popolo di Abramo” e basta. Uno stato multietnico, in questa prospettiva patriarcale e razzista, è inaccettabile. Quindi bisogna selezionare – negli anni 30, in Germania, si diceva “fare pulizia” – i veri ebrei dagli israeliani acquisiti, che “sono il nemico”.

Altre leggi, approvate negli ultimi mesi, stanno spingendo verso questa direzione. Una settimana fa, è passata una legge che vieta di definire “nakba” (parola araba per Catastrofe”) la costituzione dello Stato di Israele: un’altra, recentissima, consente alle piccole comunità di escludere chiunque sia considerato “inadeguato”. Giustificazione legale, quindi, per l’espulsione dai villaggi dei coloni di arabi, per il solo motivo della pelle, della religione o della nascita. La destra ha cercato anche di colpire i gruppi politici avversi – soprattutto dei diritti umani e di sinistra – mettendo sotto indagine i loro fondi di finanziamento. Netanyahu ha insabbiato il progetto, accusato di violare il diritto di libera espressione.

L’articolo uno di ogni costituzione occidentale viene ufficialmente smentito con la legge appena passata, secondo i sostenitori per i diritti umani. Afa Aghbaria, deputato arabo della Knesset, chiarisce la situazione con l’esempio di Anastasia Michaeli, che milita nelle file dell’ultra destra. Michaeli, immigrante russa, si è convertita all’ebraismo, ottenendo quindi automaticamente la cittadinanza: un arabo nato in Israele, con passaporto israeliano e fede musulmana, potrebbe ipso facto esserne privato, semplicemente per “sospette attività antisioniste”.

Le accuse di razzismo non scalfiscono l’ultradestra. David Gilo, leader del gruppo xenofobo J-Street, dichiara candidamente e fieramente: ” Siamo sionisti e abbiamo a cuore Israele”. Giustificando così la trasformazione della democrazia israeliana in tirannia dell’elitè ebraica.

 

Comments

  1. Barbara

    Ma di cosa parli?? Scusami tanto ma da quest’articolo sembra che la “democrazia” israeliana venga violata e sporcata esclusivamente dall’emanazione di queste nuove leggi che poi tanto nuove non sono. Se non sei ebreo non fai parte di Israele, non hai gli stessi diritti, sei come un animale. Non puoi esprimere le tue idee e non puoi avere la sicurezza di un lavoro o avvalerti dei servizi sanitari, o usare i luoghi pubblici come chiunque altro e per luoghi pubblici mi riferisco anche alle stesse strade. Sei marchiato gia’ dal documento di riconoscimento. Non sei ebreo.. non sei nessuno e se poi hai la sfortuna di essere arabo allora non esisti nemmeno perche’ ti si puo’ ammazzare senza che nessuno e dico NESSUNO muova un dito. E’ uno scempio quello che sta succedendo a Israele (Palestina OCCUPATA) e mi sarebbe piaciuto leggere un articolo dal quale trapelasse rabbia e sdegno mentre mi pare di aver letto una lista della spesa. Scusami.

    • Sirio Valent

      Vorrei far notare che non è in discussione la situazione palestinese nel suo complesso, per la quale sono assolutamente concorde con Barbara. Ciò che trovo interessante è che la legge di cui scrivo è diretta a colpire chi è israeliano: si tratta di un’avanzato strumento di selezione per contrastare un trend palese da anni, e cioè che il popolo di israele è sempre meno ebraico e sembre più multietnico. Una cosa che spaventa molti, evidentemente.

  2. Jerryduemila

    Sono amareggiato, state dando spago alle più bieche posizioni antisioniste che come scritto in altro articolo diventano antisemite vista la falsità delle accuse. Non rispondo neppure a quanto scritto da Barbara, troppo infarcito di vomitevoi bugie che neppure l’ignoranza potrebbe giustificare quanto da le scritto. MI dedico ad un paio di frasi ignobili del vostro articolista:”Nel pensiero di Lieberman, l’esempio di MacCarthy e della Gestapo” Infame paragone con la Gestapo.
    “La cosiddetta “unica democrazia mediorientale” Ne trovi un’altra! Israele è e resterà uno stato Democratico.
    Visto che come dice “Sono parte integrante della struttura statale: lavorano nelle scuole, negli ospedali, nella pubblica amministrazione. Vivono a fianco di ebrei e cristiani in tutte le città del Paese” provi lui ad indicarmi un solo Paese dei suoi amici Arabi dove sia permesso fare altrettanto! Noi Ebrei siamo stati uccisi ed cacciati (ultimo pogrom il Libya nel 1967), nella Cisgiordania o a Gazza un Ebreo non potrebbe entrare neppure insieme ad Abbas. Penso che i responsabili di questa Pagina dovrebbero verificare prima di pubblicare queste idiozie.

    • Sirio Valent

      Gli arabi israeliani non dovrebbero ricevere alcuna “concessione” da Israele, per il semplice motivo che sono cittadini a tutti gli effetti. Sono nati in Israele, ne hanno i documenti regolari, si sentono loro stessi israeliani. Quindi mi sembra poco fondata la sua critica. Il paragone con Mc Carthy mi sembra evidente – l’eliminazione dei diritti politici agli oppositori fu il suo cavallo di battaglia – e la Gestapo nacque esattamente dallo stesso concetto: ovvero che esistono cittadini di serie A (fedeli alla razza) e cittadini di serie B (traditori della razza). Se un israeliano nato in un Kibbutz negli anni settanta, ad esempio, si unisce alle associazioni per il sostegno dei diritti umani contro le colonie o contro la “linea dura” su Gaza, rischia ora di veder messi in discussione i propri diritti politici. Continuo a non capire la giustificazione della sua critica: posso comprendere il suo scetticismo sulla fonte, che peraltro è autorevole (non solo Reuters, anche Ansa e Peacereporter, oltre che le testate israeliane come Haaretz), rientra nel libero arbitrio. Per parte mia, posso assicurare che la notizia è valida.

  3. Jerryduemila

    Dimenticavo, se volete notizie un pochino più serie e meno squallide provate a verificarle con Claudio Pagliara, giornalista RAI che vive da anni sul posto.

  4. Ilaria

    Queste notizie mi lasciano sempre un po’ perplessa….siamo sicuri? Se ne parla come qualcosa di già assodato, già rodato…ma in realtà non si capisce se avrà modo di operare, questo provvedimento delle’estrema dx. Ah, comunque si scrive “élite”.

    • Sirio Valent

      La legge è passata. Ora dovremo aspettare i casi concreti di applicazione, sperando che vengano individuati e non insabbiati. Mi impegno a seguire il caso e a darne conto il prima possibile. Chiedo scusa per il refuso, effettivamente fastidioso.

  5. Jerryduemila

    Ilaria, è un “giornalista” economico che da quello che ha scritto ha semplicemente riportato seduto dietro una scrivania i sentito dire con alcune infamanti affermazioni che non meritano alcuna considerazione,

  6. Ilaria

    Non so, può darsi che la mia prevenzione positiva nei confronti di Israele m’inibisca dall’essere equanime.

  7. Jerryduemila

    Basterebbe sentire giornalisti che sull’argomento sono più attendibili perchè vivono sul posto e sono a contatto con quella realtà. Uno per tutti Pagliara che ho nominato prima. E soprattutto questo signore che probabilmente non ha mai visitato nessun paese del M.O. e non conosce le sofferenze di qualsiasi persona di diversa religione in mezzo ai Mussulmani (basta vedere cosa sta succedendo in Egitto contro i Copti) si permette di nominare Gestapo, alludere all’unica pseudo Democrazia. Una Vergogna per questo sito che altrimenti rispetto tantissimo.

    • Sirio Valent

      Giusto per cronaca: Israele è stata finora l’unica democrazia di stampo occidentale del medioriente, ma molte cose stanno cambiando, come dimostra il fermento del Maghreb e le rivolte in Siria e Giordania. E’ in atto un grande cambiamento, dovremo aspettare per vedere dove porterà: spero vivamente in un allargamento della democrazia, non in un cambio di guardia (con Tel Aviv “tirannia della libertà” e gli Stati arabi verso un nuovo modello democratico). O peggio, in un rafforzamento delle forze conservatrici ed elitarie di entrambe le fazioni.

      PS: non ho problemi a veder discussa la mia serietà professionale, ritengo faccia parte del “diritto di critica”. Voglia considerare che le sue valutazioni sono, e restano, un’opinione: le notizie di cui si discute possono essere confutate, ma soltanto da altre notizie. Attaccare chi scrive, quindi, ha poco senso, senza una concreta smentita delle fonti o dei fatti.

  8. Jerryduemila

    Lei purtroppo prende per buone notizie ricevute da varie fonti senza verificare di persona, nell’ultimo post ammette che Israele è l’unica Democrazia ma nel suo testo che trasuda antisionismo lo fa precedere da una “cosidetta”. Il fatto di richiamare poi il Nazismo nominando la Gestapo trasforma il tutto in antisemitismo. La falsità dei mezzi di informazione ai quali lei fa riferimento è lampante basta vedere la scarsa rilevanza alle ritrattazioni del Report INFAME e infarcito di falsita sulla giusta guerra contro Gaza preparato da Goldstone solo per compiacere i sui amici della sinistra ed i complici che risiedono all’ONU.

  9. Jerryduemila

    A proposito di via la cittadinanza, lo sa che in Egitto cacciano chi si sposa una palestinese mussulmana con passaporto Israeliano?

    • Jerry, ma lei vive in Israele? Come fa a sapere se quello riportato dal mio collega è falso? E’ una notizia riportata da Reuters e Ansa, cioè agenzie che hanno reporter corrispondenti da Tel Aviv. Quindi, per cortesia, se ha notizie che confutano quello che sostengono Ansa e Reuters ce le citi, altrimenti farà prima a tacere. Parlare di anti-sionismo è francamente ridicolo e totalmente strumentale. Rivendico, a nome di tutti i giornalisti, di poter scrivere su Israele anche cose negative (pur sempre vere) senza dover essere accusato di posizioni anti-ebraiche. La religione e i popoli sono una cosa, la politica e gli stati un’altra.

  10. Jerry

    Viaggio regolarmente in Israele dove vivono miei stretti familiari.
    Le rammento che Reuters è una frabbrica del taroccamento, o non si ricorda le foto sulle navi Turche dove avevano cancellato solo le armi in mano ai cosiddetti Pacifinti? L’Ansa poi è specialista nello scrivere un titolo completamente anti Israeliano e magari smentirsi nel testo sfiorando il ridicolo. Tutti i giornalisti possono scrivere cose negative su Israele, purchè siano VERE e non false come quelle riportate in questo articolo. Poi non avete alcun diritto a paragoni INFAMI come quello della Gestapo o ironizzare sulla Democrazia Israeliana. In questo caso oltre che antisionismo si rivela il subconscio Antisemita purtroppo ancora presente nella cultura Cristiana.

  11. jerry

    Ecco come si conportano i Palestinesi nei confronti di 1/2 Palestinese e 1/2 Ebreo che lavorava per aiutare i ragazzi Palestinesi del Campo Profughi e la Stampa Tace!
    Freddato dai 5 colpi l’attore israeliano e direttore del Freedom Theatre, una scuola di teatro per ragazzi palestinesi, nel campo profughi di Jenin.

    Jenin, 04 Aprile 2011 – Nena News –

    L’attore e attivista israeliano Juliano Mer Khamis, direttore della scuola di teatro Freedom Theatre a Jenin, è stato ucciso oggi da un uomo armato con il volto coperto che l’ha atteso all’ingresso del campo profughi e lo ha freddato con diversi colpi di arma da fuoco. Juliano era figlio di Arna, ebrea israeliana, iniziatrice e fondatrice di una scuola di teatro nel campo profughi palestinese di Jenin e di un palestinese di Haifa Saliba Khamis.

    Nel 2003 aveva prodotto e diretto il suo primo documentario, “I bambini di Arna”, sul lavoro di sua madre volto a creare laboratori di teatro per bambini palestinesi nel campo profughi, durante gli anni ’80. Nel 2006, Juliano, aveva aperto una scuola di teatro per ragazzi e adulti, nel campo profughi di Jenin, chiamato il “Freedom Theatre”.

    Quando Mer-Khamis e’ stato assassinato era in auto con la tata che si prende cura del figlio, che è rimasta ferita. Il governatore di Jenin ha immediatamente condannato l’accaduto e provveduto a far arrivare il corpo di Juliano alle autorità israeliane, presso il checkpoint più vicino. Zakariya Zubeidi, l’ ex comandante locale delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, che con Juliano aveva aperto il Teatro della Liberta’ha ipotizzato il coivolgimento di una “grossa organizzazione” dietro l’assassinio.